I primi due secoli della di Pasquale Villari

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      obblighi diretti, né alienare i suoi beui ; ma la espone ad assumere facilmente obblighi lontani, indiretti, sebbene spesso non meno gravi.
      Né con ciò le continue alterazioni della famiglia ro-mana sono ancora finite. Alle mille cagioni di mutamento se ne aggiunge una nuova col Cristianesimo, che penetra nell'Impero, nella letteratura, nel diritto, ed altera ogni cosa. Per esso l'uomo e la donna sono uguali; il padre e la madre hanno diritti e doveri uguali verso i figli ; tutto deve essere ordinato nell' interesse di questi, quando invece nell'antica legge, i diritti dei figli erano sottoposti all'interesse della famiglia. E cosi un nuovo elemento entra nel diritto romano, alterandone il carattere, già assai mutato dalla filosofia greca e dal dispotismo bizantino. Il diritto canonico accetta i principi del romano, riconosce l'assoluto regime dotale, e respinge l'unione dei beni. La donna rimane esclusa da tutti gli uffici, che gli antichi chiamavano virili; non può obbligarsi per altri, esercitare arbitrato, intentare un' accusa, né deporre in giudizio ; la sua testimonianza non è valida. Ma dall' altro lato il diritto romano arriva inesorabilmente alla uguaglianza democratica, all'equità naturale, ed all'assoluta prevalenza dello Stato. Il potere pubblico toglie ogni avanzo d' autorità al potere domestico; la famiglia, direi quasi, politica scomparisce, per riordinarsi sul principio della reciproca affezione. L'ultimo suggello a queste alterazioni, è posto dalla celebro legge di successione (Nov. 118 e 127) fatta da Giustiniano, negli anni 543 e 547, la quale, respingendo ogni privilegio d'agnazione e di sesso, misura i diritti secondo il grado di parentela, e vuole che sieno reciproci. Inoltre aumenta la legittima, e alla dote corrisponde una donatio propter nuptias, fatta dal marito, l'una e l'altra inalienabili a vantaggio dei figli. Il marito non può toccar la dote, neppure col consenso della moglie ; esso ne è un semplice amministratore, e la reciprocità deve essere perfetta. La moglie non solo è proprietaria della dote, ina ha ipoteca generale, privilegio d'azione e riveli-


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I primi due secoli della storia di Firenze
Volume Secondo
di Pasquale Villari
Sansoni Firenze
1894 pagine 269

   

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Cristianesimo Impero Stato Nov Giustiniano