I primi due secoli della di Pasquale Villari

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      CAP. SETTIMO — LA FAMIGLIA E LO STATOE cosi si sono da un lato e dall'altro formulate, sulla costituzione della famiglia italiana nel Medio Evo, teorie analoghe a quelle sulla origine dei Comuni.
      La persistenza del diritto romano nel Medio Evo, anche quando la condizione degl' Italiani era più misera, e tutto pareva sottoposto alla legge longobarda, fu sostenuta con maravigliosa dottrina ed acume nell'opera immortale del Savigny. Ed in vero il diritto pubblico, il diritto penale potevano con qualche facilità totalmente mutarsi, sotto il dominio dei conquistatori ; ma il diritto civile, che era filtrato per tanti secoli nei costumi, nel sangue romano, che aveva regolato le molteplici relazioni d'un popolo civile, che soddisfaceva ai suoi mille bisogni, non sembra che potesse svanire del tutto sotto la spada dei barbari, che questi bisogni non conoscevano, che queste relazioni non sempre intendevano. Essi non avevano assai spesso neppur potuto menzionare nelle proprie leggi queste relazioni, le quali sfuggivano all' azione di coloro ai quali rimanevano in gran parte ignote o indifferenti. E quindi una parte di ciò che s'attiene ai matrimoni, alle successioni, ai contratti dovette assai di frequente continuare fra gl' Italiani, secondo le consuetudini antiche. E ciò riesce anche piti facile ad intendersi, quando si pensi che, se il diritto romano era stato il diritto di tutti nei paesi in cui la conquista romana aveva messo profonde radici ; le leggi barbariche, invece, secondo l'uso germanico, serbarono sempre un carattere personale, procedevano cioè col popolo in mezzo a cui erano nate, e non si comunicavano facilmente agli altri. Infatti, quando per le successive invasioni, si trovarono in uno stesso paese unite diverse stirpi germaniche,
      Civih del Beffno di Xapoli (lib. III, paragrafo V), (lice clie i libri di Giustiniano fra noi non ebbero fortuna. « Non furono in Italia né in queste 110stre province ricevuti, né qui come in alieno terreno poterono essere piantati e mettere profonde radici; ma si ritennero gli antichi libri dei ginreconsulti, ed il codice di Teodosio niente perde ili stima e di autorità».— K necessario qui osservare, che la persistenza del diritto romano ili Italia, durante il Medio Evo, sostenuta dal Savigny, ma da altri combattuta, non trova oggi pili oppositori.


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I primi due secoli della storia di Firenze
Volume Secondo
di Pasquale Villari
Sansoni Firenze
1894 pagine 269

   

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