I primi due secoli della di Pasquale Villari

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      alle aggressioni barbariche. Da un lato si aveva l'onnipotenza dello Stato, dall'altro invece cominciava a mancare in esso ogni forza. Fra noi adunque le donne, i deboli erano naturalmente spinti a cercare rifugio nelle private associazioni, sopra tutto nel seno della famiglia. E se la forza naturale delle cose doveva spingere da un qualche lato, determinare una qualche nuova tendenza, questa non poteva di certo mirare a sempre più indebolire la famiglia, per sottometterla alla forza di uno Stato che andava crollando; ma piuttosto mirare a rafforzarla, perché essa era l'unica salvaguardia possibile, in mezzo alle rovine che da ogni lato s'andavano accumulando. E infatti ciò che segue sempre nelle società barbariche, nelle quali lo Stato non avendo forza, la difesa dei deboli e la vendetta dello ingiurie restano affidate ai parenti. E però tanto lo sgominarsi della società latina, quanto l'esempio dei barbari concorrevano a presentare una forte resistenza alla diffusione del diritto giustinianeo, massime quando le vecchie consuetudini romane si trovavano più consone ai nuovi e crescenti bisogni della società, ed aiutavano a ricostituire con forza maggiore la famiglia, sempre più necessaria al comune benessere. Era questo il solo modo, che potesse aprire una via a ricominciare da capo il lavoro sociale, avviare più tardi ad ordini e ad istituzioni nuove.
      Né facciamo noi gran caso della Prammatica Sanzione, perché sappiamo che tra la promulgazione d'una legge, specialmente per opera di un governo temporaneo e debole, in una società che precipita nel disordine, e la pratica attuazione di essa, il suo entrar nei costumi, corre un grandissimo divario. Anche sotto la Repubblica romana o sotto l'Imjiero, bandite che erano le nuove leggi, non perciò le antiche sparivano a un tratto. E nelle stesse società moderno noi possiamo osservare la lunga persistenza delle antiche consuetudini, quando esse rispondono meglio alle condizioni dei tempi. I principi del Codice di Napoleone furono banditi nelle nostre provincie meridionali durante il dominio francese, riconfermati poi nelle legisla-


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I primi due secoli della storia di Firenze
Volume Secondo
di Pasquale Villari
Sansoni Firenze
1894 pagine 269

   

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