I primi due secoli della di Pasquale Villari

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      CAP. SETTIMO
      — LA FAMIGLIA E LO STATOreligione. Una Dea presiedeva al focolare domestico, luogo sacro; il padre era sacerdote e protettore della famiglia. A Roma, il potere era nelle mani d'un solo, clie stringeva il freno con ferrea autorità; in Germania, invece, era in mano di tutti i forti, di tutti i membri atti alle armi. A Roma la famiglia era una monarchia assoluta, ed il più vecchio era sempre il più autorevole; in Germania era quasi una repubblica di forti, e l'uomo incapace di portare le armi perdeva la sorgente principale della sua autorità. Il consiglio di famiglia aiutava il padre romano e ne temperava il duro dispotismo; in Germania il consiglio comandava e concentrava in sé stesso una gran parte del potere della famiglia. Il padre romano poteva spezzare a suo arbitrio ogni vincolo, mettere il figlio fuori della famiglia, venderlo, ucciderlo; il figlio germanico, invece, quando era atto alle armi e combatteva insieme col padre, poteva separarsi, volendo, dalla famiglia, per andare a far parte anche d'un'altra tribù. In Germania la forza, la proprietà comune e i vincoli naturali del sangue costituivano la famiglia ; in Roma era il concetto stesso della famiglia quello che dominava su tutto, e la rendeva autorevole e sacra. In Roma l'individuo scompariva nello Stato, il figlio nel padre; nei popoli germanici, invece, la libertà individuale era assai maggiore, e se lo Stato ci apparisce come lina confederazione, la famiglia sembra un' associazione di membri più indipendenti, solidali fra di loro. La vendetta, la colpa, la proprietà erano comuni a tutti; se un membro della famiglia era offeso, toccava ai parenti vendicarlo e fargli giustizia riparatrice. Alle vendite, alle donazioni, come alle vendette, dovevano tutti consentire, perché la proprietà era di tutta la famiglia, e doveva restare in essa: di qui la inutilità del testamento, che i barbari non conoscevano. La proprietà era sacra, costituiva la famiglia, conferiva diritti e doveri sociali, restava principalmente nelle mani dei maschi.
      In questa famiglia ed in questa società, che aveva a fondamento la forza, la donna, incapace di portare le armi, restava naturalmente, come tutti i deboli, affidata alla


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I primi due secoli della storia di Firenze
Volume Secondo
di Pasquale Villari
Sansoni Firenze
1894 pagine 269

   

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