I primi due secoli della di Pasquale Villari

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      selb-mundia. Colui che la voleva sposare, doveva prima di tutto pagare il prezzo del mundio, che il matrimonio gli faceva acquistare sopra di essa; doveva inoltre prometterle la meta, o sia una specie di dote, come osserva anche Tacito, là dove dice che presso i Tedeschi, non la donna al marito, ma questi portava la dote alla moglie. Alla meta, chiamata poi anche dotaiitium, dos, sponsalicium, ecc., si aggiungeva il faderfilini, che il padre soleva donare, a suo beneplacito, alla figlia. Il giorno dopo le nozze, il marito faceva alla moglie un dono del mattino, morgengab, e questo, secondo una interpetrazione, che è però assai discutibile, in premio della verginità di lei. L'ammontare della meta e del morgengabio fu, sotto l'azione crescente del diritto romano, limitato. Anche il faderfìo, che si trasformò più tardi in dote, venne nell' età dei Comuni limitato.
      La meta, il faderfìo, il morgengabio erano proprietà della moglie, che poteva richiederli alla morte del marito. Ma, per un carattere proprio del diritto germanico, interamente serbato anche presso i Longobardi, non si ammetteva punto il regime dotale romano, col quale si costituisce una proprietà separata e indipendente della donna: ciò che è suo le viene invece dal marito. Il diritto germanico preferiva generalmente la comunione dei beni. La donna fra di noi, cosi dice il Gans, non ha bisogno, come presso i Romani, d' una proprietà, per affermare la sua giuridica personalità, e provare che è uguale al marito. Essa possiede ciò che il marito possiede, e la sua uguaglianza è costituita dall' amore, nel quale ogni differenza scomparisce. Il marito rappresentava in giudizio la moglie, che era sotto la protezione della sua spada, ed egli poteva anche ucciderla, quando l'avesse trovata in adulterio. Tutta la proprietà mobile e immobile di lei, non esclusi i doni nuziali fatti da qualche amico, erano proprietà del marito, il quale doveva solamente prevedere il caso in cui, per morte, cessasse il matrimonio, e di qui la necessità della meta e del donativo. Morendo la moglie senza figli, tutto ricadeva al marito ;


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I primi due secoli della storia di Firenze
Volume Secondo
di Pasquale Villari
Sansoni Firenze
1894 pagine 269

   

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