I primi due secoli della di Pasquale Villari

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      GLI ORDINAMENTI DELLA GIUSTIZIA 69
      Repubblica, non solo mantenne salva la sua indipendenza, ma divenne uno Stato rispettato e temuto in Italia.1 Tutto ciò era conseguenza dell' attività, dell'accortezza e intelligenza de' suoi popolani, i quali governavano con una tale parsimonia nelle spese, con tanta prudenza, che si giunse aduna prosperità inaudita. «E nota (dice il Villani), che « infino a questo tempo e più addietro, era tanto il tranquillo stato di Firenze, che di notte non si serravano le « porte alla Città, né avea gabelle- in Firenze ; e per bisogno di moneta, per non fare libbra, 3 si venderono mura «vecchie, e'terreni d'entro e di fuori a chi v'era accostato s>.4 Con poche tasse e senza debiti, l'amministrazione procedeva mirabilmente: non gravava i cittadini, ed aumentava il benessere comune.
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      Pure, al disotto di questa apparente tranquillità, v'era nel seno della Repubblica il germe d'una profonda discordia, che di tanto in tanto scoppiava in sanguinosi conflitti, dei quali era causa principale il malcontento dei Grandi. E un grave errore il credere, che gli Ordinamenti di Giustizia li escludessero per la prima volta dal governo. Questo era una disposizione di lunga mano apparecchiata, e che, sebbene non fosse ancora rigorosamente eseguita, poteva dirsi già sanzionata nel 12S2, con la istituzione dei Priori delle Arti, posti a capo della Repubblica. Ma non bisogna credere per questo, che allora i Grandi avessero di fatto per-
      1 Vedi voi. I, eap. V e VI di quest' opera.
      2 Non credo possibile che veramente non vi fossero allora gabelle di sorta. Dal 133tì al 3», il Villani stesso, lib. XI, cap. 92, ne enumera moltissime, ed alcune erano di certo assai più antiche. Forse voleva dire : con poche e lievi gabelle.
      3 Per non mettere gravezza. Ogni volta che si aggravavano i beni dei cittadini, se ne faceva l'estimo, si allibbravano, e siccome l'imposta si pagava in lire 0 libbre, cosi il far libbra, al libbra re indicò qualche volta tanto il notare e valutare i beni, quanto il porre l'imposta.
      * G. Villani, Vili, 2.


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I primi due secoli della storia di Firenze
Volume Secondo
di Pasquale Villari
Sansoni Firenze
1894 pagine 269

   

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