I primi due secoli della di Pasquale Villari
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il Podestà, senza saperlo, era spinto a colpire gl' innocenti. Nascondevano i malfattori, difendevano i consorti, e quando si poneva mano all' esecuzione della legge, tentavano di far nascere tumulti. Contro tutto ciò appunto reagiva ora fieramente il popolo, guidato da Giano della Bella, il quale soleva ripetere sempre : perisca piuttosto la Città che la giustizia. Le passioni perciò s' esaltarono in modo, che già si minacciava di voler trascorrere a gravi eccessi contra i Grandi. Primi a cader sotto le più severe peue degli Ordinamenti furono i Galli. Avendo uno di essi ferito in Francia un mercante fiorentino, che poi ne mori, le case loro furono disfatte in Firenze.1 Dopo questo esempio, facilmente s'andò oltre. Il jDopolo chiedeva nuove e sempre più severe esecuzioni: si temeva perciò, dice il Compagni, « se « l'uomo accusato non fosse punito, che il rettore non « avesse difensione né scusa, il perché niuno accusato rimaneva impunito ». I Grandi erano al colmo del loro furore, ed esclamavano, non senza qualche apparenza di ragione: « Un cavai corre e dà della coda nel viso a un « popolano, o in una calca uno darà di petto senza malizia « a un altro, o più fanciulli di piccola età vengono a qui-
1 Villani, Vili, 1. Il Compagni I, 12, racconta il fatto diversamente. Dice che i colpevoli furono i Galigai, e che egli, essendo Gonfaloniere, si trovò a disfare le loro case. Noi abbiamo seguito il Villani, che fa succedere il fatto sotto il primo Gonfaloniere, che fu Baldo liuffoli (15 febbraio al 15 aprile), quando invece il Compagni fu Gonfaloniere dal 15 giugno al 15 agosto 93, e non par facile clic solo allora avesse luogo la prima esecuzione degli Ordinamenti. E noto che del Compagni abbiamo solo copie posteriori ai suoi tempi, e quindi possono esservi errori, alterazioni, giunte d i copisti. La sua cronologia ò spesso assai disordinata. Egli potè certo trovarsi a qualche esecuzione come Gonfaloniere; ma la prima par che seguisse secondo che dice il Villani, e cosi la raccontano Coppo Stefani, lib. Ili, rnbr. 198, l'Ammirato, voi. I, pag. 338, ed altri autorevoli storici. — Qualche anno dopo la pubblieazione di questo nostro scritto, venne alla luce il noto lavoro del prof. Scheffer-Boichorst (nell' Historische Zeitschrift, xxiv, 313, anno 1»7(J), che sollevò la tanto agitata disputa sull'autenticità della Cronica di Dino Compagni..Ma più tardi il dotto libro del prof. Del Lungo indusse lo stesso prof, tedesco a recedere da molte delle sue affermazioni. Ora noi dobbiamo valerci di Dino Compagni con molto accorgimento, ma possiamo di certo continuare a valercene.
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