I primi due secoli della di Pasquale Villari

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      nome dell' Imperatore. Ma a ciò naturalmente si opponeva, il popolo grasso, il quale, volendo invece mantenere la Repubblica libera e indipendente, non poteva, sebbene guelfo, intendersi ora col Papa.
      I segreti maneggi fra i Grandi e Bonifazio Vili cominciarono subito, per mezzo degli Spini, ricchi mercanti fiorentini, che, essendo banchieri della Curia, avevano agenti a Roma. Il primo risultato di ciò fu l'invito di venire in Toscana, fatto a un tal Giovan di Celona,1 che già con alcune centinaia d' uomini armati s' avanzava ora verso l'Italia, chiamato dal Papa e dai Grandi, i quali ultimi volendo giovarsene ai loro propri fini, gli avevano fatto molto promesse, a quanto pare, d'accordo anche con alcuni dei popolani. Ma tutto ciò andava per le lunghe, e le passioni correvano ora pili rapide dei maneggi politici, che servivano però a tenerle sempre accese. Si pensò quindi ad ordire senz' altro indugio una trama, per uccidere addirittura Giano della Bella. Percosso il pastore, fìano disperse le pecore, dicevano i Grandi.
      Se non che, su coloro che desideravano pronta violenza, prevalsero quelli che consigliarono invece l'astuzia. Nel popolo seguivano allora molti eccessi, che restavano impuniti per la debolezza dei giudici. I beccai soprattutto, guidati da un tal Pecora, pessimo e audace, che pubblicamente minacciava i Signori, trascorrevano ogni giorno di più. E però, sapendo l'amore che Giano aveva alla giustizia, i Grandi, nelle riunioni che avevano spesso con lui e coi popolani, gli dissero: « Non vedi tu la violenza dei beccai; non vedi l'insolenza dei giudici, che, minacciando di punire i Rettori, al tempo del sindacato, ottengono ingiusti favori? Si lasciano sospesi i piati tre o quattro anni, e non si pronunziano mai le sentenze.2 » Giano, nella sua lealtà, subito rispondeva: « Perisca piuttosto la Città, che ciò si sostenga. Facciansi leggi che siano freno a tanta malizia ».
      1 Chàlons in Borgogna.
      2 È noto clic il Podestà, il Capitano e molti altri magistrati, useendo d' ufficio, erano sottomessi a sindacato.


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I primi due secoli della storia di Firenze
Volume Secondo
di Pasquale Villari
Sansoni Firenze
1894 pagine 269

   

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