I primi due secoli della di Pasquale Villari
GLI ORDINAMENTI DELLA GIUSTIZIA
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accomunarsi con essi, furono nella loro aspra lotta trasformati, fusi finalmente in un ordine solo, lasciando da una parte la plebe più rozza, e dall'altra quei Grandi, che aspiravano a signoria assoluta, o restavano sempre troppo tenaci fautori delle consuetudini feudali, e dell' autorità imperiale, ciechi avversari delle istituzioni comunali, che pure erano destinate inevitabilmente a trionfare. C'è egli da maravigliarsi, se si vide allora appunto sorgere il fiore più bello delle lettere e delle arti, e sotto il benefico soffio della nuova libertà, della cresciuta uguaglianza, aprire le sue foglie, diffondere i suoi effluvi nel mondo? Basta leggere le storie, basta svolgere le leggi della Repubblica, per vedere come un nuovo spirito animi il popolo, e quasi un nuovo sole sorga sull'orizzonte, in questi ultimi anni del secolo xiv.
Ogni paragrafo dei cronisti ci annunzia nuove opere pubbliche di grande importanza: piazze, canali, ponti, mura della Città. E insieme con essi si vedono sorgere i più immortali monumenti dell' arte moderna. In questi anni Arnolfo di Cambio lavorò al Battistero, cominciò la Chiesa di Santa Croce, e, secondo che scrivono, ebbe dalla Signoria, con solenni parole, l'ordine di rinnovare affatto il vecchio duomo, costruendone uno nuovo, « innalzandolo con la maggiore magnificenza possibile alla mente dell' uomo, facendolo degno d' un cuore divenuto grandissimo, per la'unione di pili animi in uno solo ».1 Certo è che allora egli pose la prima pietra di questa, che non pochi giudicano la più bella chiesa del mondo. E nello stesso tempo si conduceva innanzi un altro grandissimo numero di monumenti e di opere pubbliche : S. Spirito, Orsammi-chele, S. M. Novella. Nel 1299 lo stesso Arnolfo pose mano anche al Palazzo dei Signori, un altro dei più grandi monumenti dell'arte moderna, nel quale sembrano impressi tutto
1 La celebre provvisione riferita dal del Migliore, Firenze illustrata (Firenze, Ricci, 1821), voi. I, pag. G, e riportata tante volte da tanti scrittori, è certo assai bella; ma non è stato possibile trovarne l'originale, e la sua forma fa credere che una mano più moderna l'abbia per lo meno modificata.
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