I primi due secoli della di Pasquale Villari
AI TEMPI DI DANTE
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teneva dietro la plebe. Le maggiori, che facevano la grande industria, il grande commercio d'esportazione e d'importazione, erano sempre pronte ad intraprendere nuove guerre, le quali, opprimendo di tasse la Città, rendevano, se non impossibile, assai difficile quel lusso interno, di cui vivevano invece le Arti minori, che esercitavano in essa le piccole industrie. Ci voleva poco a mutare questo conflitto d'interessi economici in un conflitto politico, specialmente se si riflette, che le Arti maggiori s'erano impadronite del governo, e le minori ne erano escluse. Tuttavia, per ora almeno, il popolo minuto, sebbene numeroso e tumultuoso, non aveva coesione, né esperienza, né capi. Ma se mancava d'ogni vera forza politica, e non poteva ancora formare un partito, era tuttavia materia attissima a dar forza ai partiti che si fossero formati, che avessero saputo profittare del suo aiuto, cercando cosi di salire al governo.
I Grandi dall'altra parte, quantunque perseguitati, oppressi, battuti, non erano certo scomparsi, né erano senza autorità o senza accortezza. Un esempio se n'era avuto nella cacciata di Giano della Bella, che essi seppero riuscire un momento a far credere nemico del popolo, che di fatti lo abbandonò, ed a sollevargli contro la plebe. Se i Grandi non avevano più la forza legale, avevano ancora la forza reale. Essi che si vantavano sempre d' aver vinto a Campal-dino, erano veramente quelli che avevano in passatò capitanato tutte le più grosse guerre della Repubblica, ed anche ora si trovano più assai dei popolani educati alle armi. Ricchi, nella città e nella campagna, di case, castelli e poderi, non erano distratti dal commercio; potevano più facilmente darsi agli esercizi militari ; e la materiale indipendenza di cui godevano, faceva loro più vivamente sentire l'aculeo delle passioni politiche. A combattere il popolo grasso, era naturale che cercassero e trovassero favore nel popolo minuto. E cosi, riuniti insieme con questo formarono una gran massa di gente irrequieta e pericolosa; ma poco organica e tenuta fuori del governo, perché gli uni n' erano stati cacciati nel '93, gli altri non v'erano mai stati ammessi.
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