I primi due secoli della di Pasquale Villari
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CAP. IX — LA REPUBBLICA FIORENTINAII
E qui si cominciò a vedere di clie cosa fosse capace la sottile astuzia dei Fiorentini. Quell' arte d' essere padroni dello Stato senza parere, che pili tardi détte, con si grande fortuna la Repubblica in mano di Cosimo e Lorenzo dei Medici, i quali di fatto furon principi, sebbene restassero sempre legalmente privati cittadini; quell'arte fu trovata ora dai Grandi. Essa consisteva nel lasciare intatte le istituzioni repubblicane, non curandosi neppure di farne parte, cercando però che v' entrassero solo i propri amici. Mezzo principale a ciò erano gli uffici della Parte Guelfa, nei quali, come è noto, i Grandi erano ammessi, e cosi potevano, col dichiarar ghibellino un cittadino, farne confiscare i beni, ed escluderlo dal governo ogni volta che volevano. Se dunque non entravano nella Signoria, avevano pure un modo, più o meno legale, per impedire che v' entrassero gli avversari pili odiati. Giano della Bella s' era bene avvisto del pericolo, e aveva cercato di porvi riparo ; ma non arrivò in tempo, perché i Grandi riuscirono prima a farlo cacciare.
Un altro mezzo efficace per riafferrare il potere perduto, i Grandi lo trovavano nel cercare di riuscire ad esser padroni della scelta dei giudici, per poi agire sopra di essi personalmente. Molti di questi giudici, come il Podestà ed il Capitano del popolo, che dovevano essere anche cavalieri, cioè nobili, erano forestieri insieme coi loro notai, cancellieri e giudici subalterni. Essi decidevano non solo le cause civili e criminali, ma le politiche ancora. Al Podestà ed al Capitano, insieme col Gonfaloniere, spettava infatti l'applicazione degli Ordinamenti; ed inoltre il diritto pubblico si trovava allora talmente mescolato col privato, che non era possibile separar l'uno dall'altro. In origine anzi il Podestà, come abbiam visto, era stato poco meno che il capo del Comune. Comandava l'esercito, firmava i trattati di pace; e come gli storici antichi ricordavano gli avvenimenti di Roma sotto il nome dei Consoli, cosi i ero-
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