I primi due secoli della di Pasquale Villari

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      AI TEMPI DI DANTE
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      nisti fiorentini registrarono quelli di Firenze prima sotto il nome de' suoi Consoli, poi sotto quelli dei Podestà. In sul finire del secolo xni le cose erano però mutate. Colla distruzione del feudalismo, col progresso della civile eguaglianza e della cognizione del diritto romano, scemò la importanza politica di quei magistrati. Podestà e Capitano del popolo andarono sempre più divenendo semplici giudici superiori. E però, tanto essi quanto i loro dipendenti, ebbero sempre minore autorità, minor forza ; furono peggio pagati e meno rispettati, il clie li rendeva più facili alla corruzione ed a cadere sotto il dominio dei Grandi. Molti di essi venivano dalla Romagna, dalle Marcile, moltissimi da Gubbio. Vissuti sotto le tirannidi, educati col diritto romano nello Studio di Bologna, ignoravano affatto, e spesso non riuscivano mai a capire il significato vero della lotta dei partiti in Firenze, e quindi neppure quello di leggi come gli Ordinamenti di giustizia, che erano sopra tutto leggi politiche. Ciò contribuiva non poco a renderli pili facilmente ciechi istrumenti di coloro che volevano impadronirsene. Tutta la letteratura di questo periodo infatti è piena di sanguinose imprecazioni contro « i tristi, i maledetti, i perversi giudici, rovina delle città ». 1
      1 Molte giuste osservazioni ed importanti notizie, a questo proposito, troviamo in L. chiappelli, L'Amministrazione delia giustizia in Firenze (Ardi. Stor. It., Ser. IV, voi XV, pag. 35 e segg.), e Francesco No vati, La Giovinezza di Coluceio Salutati (Torino, Loescher, 1S88, Cap. Ili, pag. 00 e segg.). Mi sembra però che, colle loro acute e dotte indagini, questi due scrittori si siano fermati a mettere in evidenza la corruzione dei giudici, senza notare le origini di questa corruzione ed il suo grande aumento nel secolo xiv. Le origini si debbono, io credo, cercare nelle mutate condizioni dei Podestà, Capitani del popolo, cancellieri, notai, giudici, ecc. E certamente quello che di essi si diceva nel secolo xiv nou si sarebbe potuto dire nei tempi di Pietro della Vigna, di Rolandino dei Passeggeri o di quei molti Podestà del Medio Evo, i quali erano tanto potenti, che cercavano e spesso riuscivano a farsi tiranni dei Comuni. Essi non erano allora gente da piegarsi a faida ciechi strumenti delle altrui voglie partigiane; operavano piuttosto per conto proprio. Forse alla decadenza politica dell'ufficio del Podestà, al suo venire perciò più facilmente in balia dei partiti, si deve, a cominciare dal 1290, la riduzione del suo ufficio da un anno a sei mesi (Ammirato ad annuiti). Lo stesso si dovè fare, come era naturale, anche pel Capitano.


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I primi due secoli della storia di Firenze
Volume Secondo
di Pasquale Villari
Sansoni Firenze
1894 pagine 269

   

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