I primi due secoli della di Pasquale Villari
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CAP. IX — LA REPUBBLICA FIORENTINASimone ricevette però dall' avversario che si difese, una tale ferita che poco dopo ne mori. E come egli era il figlio prediletto di Messer Corso, cosi si può bene immaginare se tutto ciò doveva favorire la pace promessa dal Papa per mezzo del Cardinale. Intanto già Messer Cante dei Gabrielli aveva cominciato a pronunziare le condanne dei Bianchi, le quali vennero poi trascritte in quel Libro del Chiodo, che è pervenuto sino a noi, e che con esse appunto incomincia. Quattro dei Bianchi vennero esiliati il 18 gennaio 1302; cinque, fra i quali Dante Alighieri, il 27. Nel febbraio furono pronunziate altre quattro sentenze, che mandarono ili esilio più di cento tra popolani e Grandi di città e di contado. 1 Per tutto ciò il Cardinale adirato se ne parti, lasciando Firenze da capo interdetta, non senza aver prima riscosso 1100 fiorini, che vennero per lui stanziati il 26 febbraio 1302, come remunerazione della sua vana opera.
Cai'lo di Yalois era in questo mezzo andato a Roma, non si sa bene a che fare. Il Compagni dice che v' andò per cercar danari al Papa, il quale gli avrebbe risposto: « Io t' ho messo nella fonte dell' oro, tocca adesso a te pensare di trovar modo ». E però molto probabile che egli andasse a persuaderlo, che la pace sognata da Sua Santità non era possibile, e che non c' era da far altro che sollevare i Neri, ed abbattere i Bianchi insieme col popolo, il quale li favoriva. Poco pratico dei Comuni italiani e di Firenze, neppur egli s'avvedeva che si potevano abbattere i Bianchi, non però il popolo. A ciò infatti sarebbe stata necessaria una vera strage, e non vi si sarebbe poi riuscito. Comunque sia, egli fu di ritorno il 19 marzo, e subito si pretese d'avere scoperto una congiura, tramata contro di lui dai Bianchi, d'intesa con un suo barone, Pietro Ferrando, provenzale; e si trovò perfino l'accordo messo in iscritto e suggellato dai congiurati. I cronisti, fra i quali il
1 V. le notizie c documenti raccolti dal prof. Del Lungo nel suo scritto: Dell' Esilio di Dante \ Firenze, Successori Le Monnier, 1881. Qualclic cosa intorno a ciò era stata già prima, ma incompiutamente, pubblicata nelleDelizie degli Eruditi Toscani, voi. X.
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