I primi due secoli della di Pasquale Villari
Capitolo X 1
DANTE, GLI ESULI FIORENTINI E ARRIGO VIII
Dopo la partenza di Carlo di Valois, e le vicende che ne seguirono, la storia di Firenze entra in un nuovo periodo. Gli esuli si unirono ai nobili di contado, alle città ghibelline, per ribellarle contro la Repubblica, ed aprirsi cosi la via a tornare in patria. Questo naturalmente tenne, per qualche tempo, dentro la città riuniti e concordi i Grandi della parte nera, i quali sempre pili si vantavano d'essere i veri, i soli Guelfi, e davano nome di Ghibellini agli esuli. Pistoia ed il castello di Piantravigne furono primi a sollevarsi, ma vennero subito sottomessi. E allora, il di 8 giugno 1302, i capi degli esuli, fra i quali era anche Dante Alighieri, s'adunarono nella Chiesa eli S. Godenzio sull'Appennino, e fecero esplicita alleanza cogli Ubaldini, obbligandosi a risarcirli colle proprie fortune, dei danni che avessero risentito dalla guerra, nelle loro terre in Mugolio, dove il forte castello di Montaccenico doveva essere come il quartier generale dei nemici di Firenze. E i Fiorentini, senza punto aspettare, vennero subito a dare il guasto alle terre degli Ubaldini di qua e di là dall'Appennino.2 Gli esuli, adoperandosi a tutt' uomo, riuscirono col favore di
1 Nuova Antologia di Roma, 10 die. 188S e 10 genn. 1889.
s Villani, Vili. 52, 53. Del Lungo, Appendice XII alla Cronaca del Compagni, pag. 502, esegg. : Le guerre mugellane e i primi anni dell'esilio di Dante.
Villari — lì
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