I primi due secoli della di Pasquale Villari
E ARRIGO VII
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come ora in mano dei Bianchi, la pace in Firenze sarebbe stata sempre fittizia. E quando egli andò, avversarono l'opera sua in modo che, non solamente dovè tornarsene senza nulla aver concluso, ma volendo entrare in Prato, si vide dalla sua stessa città natale chiudere le porte in "viso. Di tutto ciò il Papa fu adiratissimo, ed il 29 maggio scriveva ai Fiorentini una lettera piena di sdegno.1 Ma essi erano in tale disordine e tumulto che, avendolo pregato di trovar loro un Podestà, di quattro che ne propose, non uno volle accettare. Pure il Cardinale persisteva impassibile nella sua idea d'accordo, e fece, sotto sicurtà, venire a Firenze dodici sindachi dei fuorusciti, sei dei Bianchi e sei dei Ghibellini, perché s'intendessero con dodici eletti in città, due per Sesto, uno dei donatesela, l'altro dei loro avversari,- Questi ventiquattro cittadini erano tutti dei Grandi, e diffidavano tanto gli uni degli altri, che i dodici fuorusciti, sebbene avessero avuto dal popolo buona accoglienza, e fossero, sotto la pubblica fede, alloggiati in casa Mozzi, dove abitava il Cardinale stesso, pure, temendo d'essere da un momento all'altro tagliati a pezzi, volevano andarsene via. Ma furono dagli amici consigliati, invece, ad armarsi ed asserragliarsi nelle case dei Cavalcanti, con l'aiuto dei quali avrebbero potuto, occorrendo, respingere e domare gli avversari colle armi. I Cavalcanti parevano a ciò assai ben disposti, e cominciarono a trattare. Ma dopo avere cosi sollevato un sospetto e un odio infinito nei loro nemici, si ritrassero a un tratto, scontentando fieramente anche gli amici. I fuorusciti allora partirono, il di S giugno 130-1, più che in fretta.3 E subito s' andava ad alte voci gridando contro il Cardinale, che egli aveva tradito la città con questi suoi oscuri maneggi, e s' aggiungeva ancora che aveva incitato i fuorusciti ad accostarsi alle mura, armata mano. Si mostravano le lettere
1 V. la lettera nel Del Lungo, pag. óóG-7.
2 Dino, III, vii.
3 Villani. Vili 69; Compagni, III, vii.
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