I primi due secoli della di Pasquale Villari

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      E ARRIGO VII
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      « lete essere in guerra e in maledizione, e non volete udire « né ubbidire il messo del Vicario di Dio, né avere riposo « né pace tra voi, rimanete con la maledizione di Dio, e con « quella di Santa Chiesa ».1
      La condizione dei Cavalcanti e dei loro amici divenne in questo momento terribile davvero. La loro presente unione coi Donati non bastava a far dimenticare 1' odio antico, clie si era sopito un momento, ma solo per favorire il ritorno dei Bianchi, a danno dei Tosinghi. I quali infatti restarono isolati, perché abbandonati anche dal popolo grasso, che, stanco delle continue guerre civili, e persuaso dal Cardinale, aveva favorito l'accordo fra Donati e Cavalcanti. Ma quando questi, giunti al punto di concluderlo, s'erano inaspettatamente tirati indietro, allora risorse subito l'odio antico, ed essi si trovarono fra due fuochi. Messer Corso frenava per ora lo sdegno, non volendo troppo avvicinarsi ai Tosinghi, e col pretesto della gotta se ne stava ancora da parte, lasciando fare ai suoi. Ma l'odio di Bosso della Tosa era irrefrenabile, addirittura feroce contro i Cavalcanti, i quali lo avevano veramentearmi scintillavano, — sono parole che possono, mi pare, alludere cosi al fatto della Lastra, come a qualunque altro fatto d' armi degli esuli, per quanto somiglino e possin sembrare quasi tradotte da quel luogo del Compagni clic al fatto della Lastra accenna. Ciò posto, senza voler proprio respingere l'opinione del prof. Del Lungo, osservo solo che la ragione da lui addotta non basta essa sola a dimostrare che la lettera non sia di Dante, il quale potrebbe averla scritta in nome degli esuli, quando essi trattavano di pace col Cardinale, trattative, che, come abbiam visto, condussero poi all' invio dei dodici loro rappresentanti in Firenze. La nessuna riuscita di queste trattative, le stragi crudeli dei Cavalcanti e dei loro amici, gl'incendi, la rovina di tanta gente, l'avvicinarsi dei Bianchi a Corso Donati, e 1' unione degli esuli coi Bolognesi, Pistoiesi, Pisani, con tutti i nemici di Firenze, per tentar subito dopo la folle impresa della Lastra, poterono anzi essere stati ragione sufficiente per allontanar sdegnosamente dagli esuli bianchi non solo Dante, ma parecchi altri, i quali forse perciò appunto non si trovarono alla Lastra, come si vedrà anche meglio più basso.
      1 Villani, Vili. 09. Questi dice che il Cardinale parti il 4 giugno, Dino Compagni dice il 9, Paolino Pieri e la Cronica, che il Del Lungo chiama Marciana-Magliabechiana, dicono il 10, data che segue anche il Del Lungo pag. 563. V. Dino Compagni, Cronica, III, 7, nota 26.


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I primi due secoli della storia di Firenze
Volume Secondo
di Pasquale Villari
Sansoni Firenze
1894 pagine 269

   

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