I primi due secoli della di Pasquale Villari

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      E ARRIGO VII 1 73
      che il Comune scrisse poco dopo ai Lucchesi, presso i quali s'erano rifugiati i Bordoni. «Sapersi per tutta Toscana, che questa dei Donati era stata una guerra a morte per consegnare la città di Firenze e la parte guelfa in mano dei Ghibellini, e sottoporla al loro giogo, con perpetuo esterminio e morte ultima dello Stato guelfo. Costoro volevano rompere tutti i confini, e sottoporre la Città al loro dominio, sebbene Mess. Corso e i suoi sfacciatamente chiamassero invece ghibellina la Signoria».1 Cosi questa scriveva nel marzo del 1309. E veramente una volta che i Xeri s'erano divisi fra Donati e Tosinghi. e questi s; erano uniti ai popolani grassi, dove potevano i Donati trovare aiuto, se non fra i Ghibellini? Il popolo minuto era debole, e il Papa lontano insisteva sempre più pel ritorno degli esuli. Questi si erano uniti ai nobili di contado, antichi amici del Donati, separandosi da molti di quei popolani bianchi, che erano stati cacciati insieme con loro, ma che, a poco a poco, erano ritornati in città; s'erano separati anche dagli uomini indipendenti come l'Alighieri, il quale, nemico di messer Corso e fautore degli Ordinamenti di giustizia, era stato finalmente costretto a far parte da sé. E cosi i Bianchi, esiliati perché amici del popolo, si trovavano ora amici dei Grandi, d'Uguccione, dei Ghibellini e del Donati, il quale solo da questa ibrida unione aveva potuto sperare valido aiuto. E quale fu infatti l'immediata conseguenza della sua morte? Un altro terribile colpo agli esuli ed alla potenza dei Grandi, cosi dentro come fuori della città. Ne abbiamo subito, ai primi del 1309, una prova, vedendo che i fieri e superbi Ubaldini vennero in Firenze a sottomettersi al Comune, e promisero di guardare ì passi dell'Appennino, dando perciò idonei malieva-
      1 Dino Compagni, ÌLI, 20, nota 29; Del Lungo, Introduzione, pag. 007.
      Il Del Lungo, clie ha pubblicato questi documenti, non vuol credere che Corso favorisse allora gli esuli ed i Ghibellini, i quali del resto non erau piti i veri Ghibellini d'una volta. La Signoria però non avrebbe avuto nessuna ragione d'ingannare i Lucchesi, che le erano amici, e le sue lettere sono -confermate anche dai fatti precedenti, che abbiamo narrati.


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I primi due secoli della storia di Firenze
Volume Secondo
di Pasquale Villari
Sansoni Firenze
1894 pagine 269

   

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