I primi due secoli della di Pasquale Villari

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      170 CAP. X — DANTE, GLI ESULI FIORENTINI ecc.
      in Francia ed altrove: il risorgimento degli studi classici, che nella Repubblica e nell' Impero di Roma antica facevano letterariamente intravedere l'unità e la forza di quello Stato laico, che la realtà delle cose rendeva necessario; tutto ciò aveva, nella mente degli uomini, alterato affatto 1; idea dell" Impero medioevale. Ora che la Francia ed altre regioni se n'erano separate, esso non era pili universale, ma solamente romano-germanico, eppure agli occhi cle-gl' Italiani cominciava ad apparire, sebbene assai confusamente , come se fosse la resurrezione dell' antica Roma, che era sempre capo morale del mondo civile, e poteva divenire centro ci' uno Stato italiano confederato. Questa idea fu prima di tutti formulata chiaramente dall'Alighieri nella sua Monarchia, che divenne allora il programma del partito ghibellino. Trovò di poi più largo svolgimento nel Defensor Pacis di Marsilio da Padova, e pili tardi ancora la vediamo riempire di fantastico entusiasmo Cola di Rienzo. Il suo tentativo d'una nuova Repubblica romana, italiana, imperiale, tanto lodato dal Petrarca, fu un sogno, parte scolastico, parte classico-umanistico, parte feudale e medioevale, che però conteneva in germe un oscuro presentimento del futuro stato italiano, che si presentiva, senza ancora capirne la natura. In ogni modo, questo incomposto amalgama ci' idee divenne allora la bandiera dei Ghibellini in Italia.
      A tutto ciò i Guelfi non opposero un altro programma filosofico. La realtà presente delle cose, il bisogno, l'interesse che c' era a sostenere la indipendenza delle città italiane dal Papa e dall'Imperatore, questa fu la bandiera sollevata allora da Firenze in nome dei Guelfi. La venuta dell' Imperatore rappresentava per essa il risorgimento del vecchio partito ghibellino, quindi d'Arezzo, di Pistoia, di Pisa, di tutte le città nemiche, che l'avrebbero circondata d' un cerchio di ferro, fermando il suo commercio. E però essa chiamava a raccolta le città guelfe, tutti coloro che volevano difendore la propria libertà, e non si volevano rendere schiavi dello straniero, proponendo una confedera-


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I primi due secoli della storia di Firenze
Volume Secondo
di Pasquale Villari
Sansoni Firenze
1894 pagine 269

   

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