I primi due secoli della di Pasquale Villari
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rani, giurando tutti insieme di resistere con le armi ad Arrigo. Il 26 i Fiorentini mandarono a Bologna il De la Rat con 400 cavalieri catalani, mentre che i Senesi ed i Lucchesi mandavano altre genti in servizio del re Roberto in Romagna, dove esso perseguitava, imprigionava i Ghibellini e gli esuli Bianchi di Firenze, che allora cercavano ribellare le città della Chiesa.1 Ed al re' stesso, non appena corse la voce che egli cercava accordi con Arrigo, scrivevano, invitandolo ad entrar subito in Roma come aveva promesso, avvertendolo che se esitava, se tentava accordi coli'Imperatore, essi, che non volevano mezze misure, avrebbero ritirato le loro genti dalla Lega. « Più volte la vostra regia potestà ci ha promesso che col re tedesco non voleva accordo nessuno, clic avrebbe inviato lo sforzo delle sue armi, e personalmente sarebbe andato in Roma a sterminio del nemico comune E non fu senza effetto, perché ben presto Roberto mandò suo fratello Giovanni, il quale con 400 cavalieri e l'aiuto degli Orsini, cominciò ad occupare i punti principali di Roma. Il Re fìngeva ancora d'operare come amico dell'Impero; ma nessuno più s' illudeva, ed i Fiorentini erano contenti.
Arrigo VII, fisso sempre nella sua idea, senza punto accorgersi dello straordinario mutamento che intorno a lui seguiva, dopo aver sottomesso Cremona, trovavasi ad assediar Brescia, che gli opponeva una più viva resistenza. Il pacifico sovrano incrudeliva adesso contro i prigionieri, e faceva morire fra i più atroci tormenti uno dei capi guelfi. Ma i Bresciani non cedevano per ciò, ed il fiore dell'esercito tedesco moriva di malattie o di ferite, e di ferite moriva lo stesso fratello d'Arrigo. In mezzo a queste stragi, i Fiorentini scrivevano ai Bresciani : « Ricordatevi che dalla vostra difesa dipende la salute d'Italia tutta e dei Guelfi. I Latini debbono in ogni modo aver per nemica la gente tedesca, d'opere, di costumi, d'animo e volere avversa; impos-
1 Villani, IX, 1S.
2 Vedi la lettera dei Fiorentini, 17 giugno 1311, in Greogroviub, 3* cdiz. voi. VI pag. 30, nota 2.
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