I primi due secoli della di Pasquale Villari
176 CAP. X — DANTE, GLI ESULI FIORENTINI ecc.
« finis ex maiori parte consistat. Voi, » essi concludevano. li avete sempre protetti, e nella Maestà Vostra noi poniamo. dopo Dio, il fondamento principale della nostra speranza, massime ora clie Arrigo minaccia di andare a Pisa, e venir contro di noi, qui firmavimus et parati su-mtis nostrani quam a vobis et a vestris recognovimus, defendere libertatem ». E chiedevano che il Re j:irovvedesse in modo che, anche durante la guerra, il loro commercio potesse continuare in Francia senza interruzione.1
Intanto l'Imperatore aveva mandato a Firenze nuovi ambasciatori, Niccolò vescovo di Botrintò e Pandolfo Savelli; ma essi, dopo mille traversie, che incontrarono per via, arrivati alla Lastra, furono prima derubati, e poi messi anche a pericolo della vita. Le campane sonarono a stormo, la loro dimora venne invasa da gente armata, ed a fatica furono salvati dal Podestà e dal Capitano giunti da Firenze, i quali li consigliarono a partir subito, il che essi fecero più che in fretta.2 L'Imperatore allora citò (20 novembre 1311) i Fiorentini a comparire in Genova dinanzi a lui, per scusarsi e prestargli obbedienza. Ma, non avendo, come era da prevedere, obbedito, pronunziò (24 dicembre) contro la loro città il bando dall' Impero,3 di che essi fecero il conto medesimo che avevano fatto degl' interdetti del Papa. Richiamarono però da Genova i loro mercanti, continuando ad armare.
E qui noi abbiamo un' altra fra le tante prove della condotta sempre turbolenta dei Grandi. In questi giorni appunto, senza curare i gravi pericoli nei quali la Repubblica si trovava, essi misero colle loro private vendette
1 Ila quoti ipsi Fiorentini ponsint itti, prò eorum facientlis nei/otiis et mer-cutionibus, regno vestro, non obstantibiis novitatibus antedictis. La lotterà è del 1311, senza data di mese, accenna però al recente arrivo d'Arrigo a Genova. Vedila in Desjardins, Néyociations diplomatiipics de la France aeec la Toscane. Voi. I, pag. 12 e seg.
2 11 A'escovo di Botrintò narra la singolarissima storia delle loro peripezie nel suo libro, I)e Ifetirìci VII imperatoris itinere italico, in Muratori, R. I., recentemente ripubblicato dal dottor Heyck in Innsbruck, 1888.
3 Villani, IX, 20-29. Del Lungo, pag. G32.
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