I primi due secoli della di Pasquale Villari

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      E ARRIGO VII
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      estirperai la radice del male. Ignori tu forse dove riposa e cova la fetida volpe ? Essa s'abbevera nell'Arno, che avvelena con le sue labbra. Non sai che si chiama Firenze? Questa è la vipera che s' avventa al seno della madre, la pecora che corrompe il gregge, la Mirra incestuosa col padre. Infatti è dessa che dilania il seno della madre Roma, che la fece a sua similitudine, e viola gli ordini del Padre dei fedeli, che è teco d'accordo. E mentre che dispregia il proprio sovrano, parteggia con re non suo, diritti non suoi. Dunque non esitare, e colla frombola della tua sapienza, colla pietra della tua fortezza abbatti il nuovo Golia ».1
      Questo linguaggio scolastico, biblico e classico ad un tempo, spesso anche ampolloso, dipinge mirabilmente le idee del tempo, e dimostra quanto si fosse esaltato lo spirito di Dante. Egli è certo il primo che chiaramente esponga il nuovo concetto dei Ghibellini, che s' era andato svolgendo e maturando nella sua mente, quando egli si separò sdegnosamente dai compagni d' esilio, per chiudersi nello studio. Questo concetto che, come già dicemmo, trovasi ampiamente delineato nella Monarchia, era di certo pili teorico e letterario, che pratico ; ma esso aveva profonde radici nelle idee del tempo, e nel libro che lo espone si vede già assai chiara la tendenza del secolo a trasformarsi. Leggendo, noi siamo assai spesso ricondotti nel Medio Evo, ma una nuova aurora biancheggia pure dinanzi ai nostri occhi. « L'Impero rappresenta il diritto, che è il saldo fondamento dell' umana società ; deriva perciò da Dio, da cui l'Imperatore riceve il suo potere, non altrimenti che il Papa ». Come si vede, è già la società laica, indipendente, emancipata dalla Chiesa, ed è la prima volta che l'idea d'uno Stato fondato sul diritto, idea ispirata dall' antica Roma, suggerita da nuove necessità pratiche, viene formolata in siili'uscire dal Medio Evo, che l'aveva negata. Dante però non s'accorge che il nuovo Stato deve di sua natura essere nazionale, e non vede che l'Impero universale, rappresen-
      1 Epistola VII.
      VlLLARI — II
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I primi due secoli della storia di Firenze
Volume Secondo
di Pasquale Villari
Sansoni Firenze
1894 pagine 269

   

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