I primi due secoli della di Pasquale Villari
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Fiorentini fue richesto. Per cagione eli' e' Pratesi non ri-ìuanclaro il eletto sbandito, da' Fiorentini fuoro condannati nelle mura o in diecemilia libre,1 e dal terzo die manzi,- se non avessero pagata la condanagione, infino a diece die, ciascuno die fossero 31 libre più; siche finalmente, vedendo i Pratesi che 11' oste v'andava, pagaro libre xjm- di danari contanti.
In epiesto anno, esendo insieme il re Carlo e lo re d'Uu-garia, e andavano a corte di Roma, quando fuoro a Perugia, die xiij di lulglo, il re Carlo fece pilglare il conte dall'Acerra, per certa malivolglenza che Ili portava sacretamente, ed apuo-seli ch'elli era soddomito, ed uno palo li fece ficcare per la natura disotto, ed ispicciolli per la bocca, e come uno pollo il fece arostire.
In questo anno il re di Castello, colla forza di messer Aduardo re d'Inghilterra, del mese d'aprile, fece battalgla con tre re Saracini, e fue lo re di Granata, e lo re di Mor-roccho e Io re Arpino, e tutti e tre fuoro sconfitti, e morti più di ccl. milglaia di Saracini : e xlij nobili e maggiori baroni di tutta quella gente pagana niandaro prigioni alla Chiesa di Roma, e io li vidi. E menaro co lloro uno piccinacho morto ed uno vivo e uno asino vergato.
In questo anno e mese i Yiniziani e Genovesi con cxxi.j galee tra lloro fecero battalgla si mortale, che ciaschuna parte l'uno dall'altro fue sconfitto e con grande danno: di pocha gente schanpata ciascuno tornò a casa.
In questo anno di settenbre Tebaldo soldano di Babillonia da uno cristiano rinegato, nato della casa di Rossi di Firenze, fu morto, e tantosto quelli ch'uccise si fece soldano e tenne Fuficio.
Iu questo anno Filippo secondo, lo più bello lmomo del mondo,3 re di Francia, prese guerra co messer Aduardo re d'Inghilterra, il quale era il più leale principe e la milglore lancia del mondo; onde per questa guerra nacque grandissime bat-
1 Intendi, ad avere atterrate le mitra, o a pagare diecimila lire. 8 « inazi » ha il testo.
s II testo ha " mono e si corregge perché poco appresso ha " mondo ".
Viixari — II 17
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