Nuovi ricordi arabici su la di Michele Amari
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meno impadronirsi d'un borgo e alforzarvisi. Neil' « Eli-mermolino di Siviglia col quale il Malocello e lo Spinola fermaron pace onorevole, e laudabile » ossia utile « accordo », par che i Genovesi non abbiano riconosciuto Ibn-IIùd, o chi governava per lui: pur fu di certo il nuovo principe della Spagna, quegli clic mandò in presente alla città di Genova un bel cavallo di battaglia e un gruzzolo di 8000 dinar. Dond' egli è manifesto che i negoziatori armati di Genova i quali ritornarono in patria lo stesso anno 1231, avean fatta una voltata a secco: andati per combattere i partigiani d'lbn-Hùd, s' erano accordati con lui medesimo, quando videro che la dominazione almohade era spacciata nelle rive settentrionali dello Stretto, e si dileguava già dalle meridionali. Del quale accordo la Storia non può certo biasimarli, quand' essi dovean procacciare sicurezza e favore a' commerci della patria, piuttosto che combattere ciecamente pe' legittimisti almohadi.
Fatta appena menzione nel 1233 d' una missione di Giacomo di Marino oratore a Ceuta, l'annalista narra nel 1234 il principio de' travagli che i suoi concittadini durarono in quelle parti. Dice essere pervenute le novelle in Genova intorno la festa di San Bartolommeo (21 agosto): e gli è da intendere le novelle della catastrofe, cioè della sedizione mossa in Ceuta contro i mercatanti genovesi, dell' incendio di lor fondachi e case, delle persone che vi perirono e delle merci che furon arse. Perocché nel riandare la catena de' fatti torniamo addietro necessariamente per molti mesi ed oltre un anno anzi due, talché arriviamo all'assedio di Ceuta per Ma-
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