Nuovi ricordi arabici su la di Michele Amari
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młn, ossia alla stato del 1232. I Galcurini crocesegnati,
al dir dell' annalista, erano venuti con grosso esercito
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a prendere la cittą. I Genovesi che in grande numero vi soggiornavano e vi teneano grandissima copia di merci, non vollero combattere contro Cristiani, continua l'annalista, ma temettero per la propria roba; tanto pił che que' Galcurini aveano gią prese delle navi e dei mercatanti loro in Cadice e nello Stretto. Qui la narrazione torna alquanto oscura: come i Galcurini dettero buone parole e tentarono pessimi latti; come poco» mancņ che non bruciassero tutte le nostre navi, ma alcune pur n'arsero (*) ed altre presero; come i Genovesi la pił parte andarono a Malaga e di lą mandarono a soccorso di Ceuta secento armati ponendoli in terra di Gomera, nel luogo detto Tarfonnoli (2), il qual promontorio (che cosi suona tarf in arabico) veramente troviamo nelle nostre carte e portulani del cinquecento a levante di Ceuta dopo Tetuan, Gomera e il Rif; e il nome di Gomera č per l'appunto quel che diede a tutto il paese la tribł berbera ricordata in principio di questo scritto. Poi narrano gli annali che il Sultano di Ceuta domandņ formalmente in Genova un' armata ausiliare, promettendo di*pagar metą delle spese, e deve intendersi, come
(') Oltre l'affermazione degli Annali, abbiamo il caso della nave chiamata San Marco la quale combusta fuit apud Septam per Calculinos, come attcsta un alto notarile pubblicato in parte nella citata opera del Mas-Lalrie, Traģtes, ecc., capitolo della Repubblica di Genova, documento n. V, pag. 145. L'atto intero si leggerą tra i documenti latini dati nel presente volume da' sodi signori De-siinoni e lielgrano.
(*) Seguo in questo passo la lezione del Pertz (pag. 183), la quale mi sembra pił compiuta e pił corretta clic quella del Muratori.
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