Nuovi ricordi arabici su la di Michele Amari
( C. U )
e che questa somma recata è quella stessa per la quale furono venduti la nave, lo zucchero, il pepe e il lino(!): che a tanto ammonta [il prezzo] in contanti (2) nò più nò meno.
E se dopo [eh' io ho prestato] questo giuramento si vedrà cosa contraria ad alcuna parte di esso, ed apparirà che noi abbiamo nascosto alcuno di que' Musulmani o alcun che dell'avere di que' mercatanti, o l'abbiamo occultato o lasciatolo indietro senza presentarlo, ovvero che abbiam recato con noi alcuna [altra] somma in cambio di quel [valsente] che manchi ad essi [mercatanti], e che ciò sia provato a carico nostro con testimonianza di alcun uomo, sia di nostra nazione o sia d'altra, la parola del quale si jjos^a accettare, [in tal caso] ci dichiariamo debitori di tal somma, secondo il prezzo [della roba] che risulterà [occultata].
Per Dio, e com'è vero il Messia, io non ho nascoso nulla di questo: e se ho nascosa qualche parte dello avere di essi [mercatanti] e delle loro robe, o se conosco alcuno che 1' abbia nascoso, ch'io sia scomunicato dalla mia religione e [tenuto] credente a que' [domini] che oppugnano il signor Messia e la sua divinità. \i non so altro che questo.
Copia delle testimonianze del [giuramento prestato] da costoro.
Attesto io Pietro vescovo malekita di Misr tutto ciò che è [scritto] di sopra in questo foglio, [e che costituisce obbligazione] a carico dell'ambasciatore dei Genovesi, per nome Alberto Spinola, ambasciatore de' Genovesi. Lo scrivo di mia mano, il giovedì nove di aiàr dell'anno seimila settecento novantotto.
{') Nel testo è replicato qui, per manifesto errore, il vocabolo el-merkeb (nave") in vece di el-hitdn (lino).
(2) Si vegga questo significato nel trattato del 1415, Diplomi arabi del r. archivio fiorentino, pag. 174.
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