Nuovi ricordi arabici su la di Michele Amari
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tale, sede del nostro califato omariano e othmanniano ('), nel-pag. 2'j I' atto che le bandiere della vittoria sventolano sul nostro capo, che s' è avverata per noi la promessa d' uno splendido trionfo (2) e che il Dio Uno e Solo, al quale niun osi attribuire consorte nò prole, ci ha conceduti tanti favori che maggior copia sarebbe [proprio] una larga pioggia di prosperità, e un nuvolato che ci annaffiasse di contentezze. (3). Noi stiamo fermi alle obbligazioni [contratte] verso di voi, che non voglionsi infrangere né violare, ed ai patti che s'hanno a mantenere non già a trascurare ; poiché l'osservanza de' patti e Y adempimento de' contratti, sono [precisi] comandi del Signore Unico e Adorato. E in vero noi vi abbiamo osservati i trattati e ci siamo fidati nelle guarentige vostre, in guisa da richiedere reciprocità e meritar [anco] lode. Ma ecco che cominciano a vedersi nella vostra gente certi fatti insoliti e disformi da ogni stipolazione, i quali sono particolareggiati nei capitoli seguenti. Noi vi preghiamo di compiere in questi casi il trattato che [voi medesimi] sollecitaste e vi richiediamo di soddisfarne gli obblighi trascurati. Se voi risguardercte il fatto con occhio di giustizia e vi affretterete a renderci ragione, l'edifizio del trattato [stipo-lato] tra noi, starà saldo su le sue fondamenta e si chiarirà la via della verità che è stata smarrita.
(») Gli llafsili, casa berbera senza alcun dubbio, pretendeano discendere da un rampollo di Omar e da una pronipote di Otbmàn e davano a intendere che il felice mortale uscito di quelle due illustri famiglie arabe si ammogliò, venuto in Affrica, con una donna berbera e si fe' credere appartenente alla stessa tribù di lei. A tal supposta parentela anco allude la qualità di eredi dei calili giusti, come furono chiamati i primi quattro, tra i quali si noverano Omar e Otbmàn,
(2) Modo di dire tolto dal Corano, Sura XLYIII verso 1.° La vittoria atla quale si allude nel diploma sembra, per cagion della data, la espugnazione di Bugia, il cui governatore Abu-l-lIasan-ibn-Abi-Fares di casa hafsita, ribellatosi e collegalo con gli Arabi, disputava da tanto tempo al Signore di Tunis il possesso di quella città. V. Pagi, edizione di Tunis, pag. 82.
Chi non gusta metafore di tal fatta , ricordi che lo scrittore, oltre il mal vezzo della nazione e del sècolo, dettava questo passo in prosa rimata.
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