La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
26 / LIBRO TRIMO » $
Nfi^dc lo storico latino. Furono lette in pien senato le lettere che a tale proposito scrisse L. Porzio pretore, ove consigliava provvedimenti gagliardi, poco esso polendo con poca gente. E fecesi una leva straordinaria di cittadini, e prima del tempo prescritto i consoli si partirono dalla città, rimasta, per l'impensata diligenza di Asdrubale, in grande ansietà e sospetto. La temuta battaglia seguì alle sponde del Metauro nel cuor dell'Italia. (3778) Asdrubale collocò gli elefanti in fronte dell'esercito, com'era il costume; su l'ala destra i Liguri co' veterani spagnuoli, sulla sinistra i Galli, gli AfFricani nel centro. I Liguri combatterono in guisa che meritarono dagli stessi nemici l'elogio di essere gente incallita nell'armi. Già la fortuna pareva contraria a'Romani. Ma Claudio NeVone uno de'consoli, veggendo che i Galli, cui egli era opposto, non si potevano rompere per lo vantaggio del silo, e non avrebbero essi rotto i suoi per la freddezza del loro combattere, spiccossi da quelli con alcune coorti; poi fatto velocemente un lungo circuito, prese alle spalle l'ala destra, disfecela e vinse così la giornata. Il valoroso Asdrubale morì col fiore delle sue genti.
Annibale, perduta a quest' avviso ogni speranza, non però volle mancare del debito suo alla patria, e difendendosi e minacciando ancora in un canto della Puglia, chiamò in Italia il terzo fratello Magone. Costui con trenta navi belliche, molte altre da carico, dodicimila fanti e quasi duemila cavalli, consumò inutilmente tutto l'inverno nella minore delle isole Baleari. (3781) Alla primavera uscì fuora, costeggiò la Liguria
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