La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
>> • -
• I",.. CAPO SECONDO \ 27
occidentali, si fermòGenova, e scliernen< da barbaro la sua ìfmifesaNeutralità; la prese a forza, saccheggiolla edistrusse. Protetti i siioi cittadini dall' armi roncane all'aprirsi la guerra, dopo la battaglia della Trebia erano stati abbandonati a sè stessi. Grandissime spoglie ne trasse il vincitore, Genova essendo un emporio comune, dove Italiani e Galli concorrevano a vendere e comperare.
La quantità delle prede è spesso un inciampo. Quindi avvenne che Magone premuroso di porle in sicuro, non varcò l'Appennino sopra Genova, non s'affrettò a soccorrere il fratello; ma ritornando trentadue miglia indietro, diè fondo nel golfo de' Sabazicon intenzione di allogare la preda nel soprastante castello di Savo.. Avevano i Romani smantellato quel forte 0), in pena dell'essersi i Sabazi accostati alla parte cartaginese, provando così due popolazioni congiunte per opposte cagioni simili sciagure. Avrebbe ciò rotto i disegni del capitano cartaginese; ma l'esortazione di lui e l'opera de'suoi soldati incoraggiarono i terrazzani a riedificare prontamente il castello, scostandolo alquanto aa certi stagni malsani che ancora vi sono; il quale trasponimento diè forse origine alla nobile città di Savona. Assicurato in tal guisa il bottino, Magone lasciò dieci navi alla guardia del golfo, rimandando l'altre in Affrica co'prigionieri. Gli fngauni in quel tempo erano in guerra con gli Epanterii; tanto gli uni che gli altri lo richiesero d'ajuto, ma esso anti-
mi) Liv., XXVIII. Strab., IV, 302. Musaut., tab. chronol.
hy
| |
Genova Neutralità Trebia Genova Italiani Galli Magone Appennino Genova Sabazicon Savo Romani Sabazi Savona Magone Affrica Epanterii Liv Strab
|