La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
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yyincia essere a ripentaglio; di due colonie con-sèrvate nella guerra antecedente, l'una distrutta, l'altra in sommo pericolo: uscire in campagna con le deboli forze che aveva in governo, sarebbe partito non sol temerario, ma disperato. Non dispiacque la prudenza di Furio al senato; anzi stimò opportuno che il consolo Aurelio da cirimonie religiose occupato cedesse il comando dell'esercito consolare al pretore. (3785) Il quale dopo un tanto rinforzo si spinse innanzi e sugli occhi de' Cremonesi assediati presentò la battaglia agli assediatori. Nè questi la ricusarono; investirono da prima il destro fianco, e non valendo a romperlo, rinnovarono a destra e a sinistra l'assalto. Ciò" disgiunse e diradò le file; onde il pretore, ove scorse maggior debolezza, urtò co cavalli, e penetrato addentro, sbaragliò ogni cosa. Fecero intanto i Cremonesi una gagliarda sortita. L'assedio sciolto, il campo preso, tutte le spoglie de'Piacentini ricuperate, tali furono i frutti della vittoria. Grandi allegrezze in Roma, Lucio Furio ottenne il trionfo, cosa inaudita per un pretore; e si dedicarono tre giorni di ringraziamento agli Dei.
(3786) In questo mezzo i collegati rifanno l'esercito. Rimpiattati aspettano il tempo che Bebio Tanfìlo successore di Furio nella pretura, s'inoltri neir Insubria. Vedutolo appena nel luogo disegnato (I), sbucano dalle vicine montagne, lo stringono da ogni parte, e senza dargli tempo di riaversi della sorpresa, gli uccidono semila se-
(I) Liv., lib. XXXII-XXXVIII.
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