La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO SECONDO , 65
vano, e se quegli avea migliori armi o miglior disciplina, seguiva di loro un macello. Pertanto T esperienza gì'indusse a guerreggiare in una maniera meno arrisicata per sè e più dannosa altrui. Se vendicarsi volevano d'infesti vicini, era nel tempo che i Romani svernavano. Se costoro cam-peggiavan lor terre in numero superiore d'assai, eglino si sparpagliavano nelle montagne, e al momento della partita ricongiungevano le forze con incredibile prontezza. A uno stretto, a una fitta boscaglia aspettavano i capitani prosontuosi, addormentavano con simulata oziosità i rimessi, e con l'abbandono delle patrie case gli avari.Mentre gli uni badavano a sollazzarsi, gli altri a rubare, il campo era assediato e la vittoria in sospeso; stratagemmi molte volte felici e sempre molesti. Da qui nasce che i romani eserciti, seguitati da creduli e appassionati scrittori, chiamarono i Liguri fallaci, turbolenti, orgogliosi e più difficili a essere trovati che vinti; nella medesima guisa che proverbiavano ne'Cartaginesi la fede punica, ne'Sanniti la fallacia, e lo spergiuro ne' Greci. Perocché i conquistatori hanno in costume intitolare la propria rapacità virtù, l'altrui resistenza delitto; sdegnarsi che altri opponga l'arte alla forza, la sagacità all'ingiustizia, e spacciare come inviolabili le condizioni imposte dalla violenza, mentr'essi rompono apertamente le loro promesse e le leggi più sacre delle nazioni. Certamente la guerra de Liguri si raccendeva, se i Romani non pigliavano il generoso partito di averli per compagni e concittadini, anzi che per sudditi. L'odio nazionale si mutò Serba , T. I. 5
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