La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO TERZO . ' 73
avuta notizia che giunti erano in cima, benché avesse già lungamente travaglialo i Numidi, allora viepiù inanimati i suoi, formò la testuggine, e secondato alla lontana dalle macchine, dagli arcieri e da'frombolieri, tentò di far breccia nel baluardo, rimuovere i difensori e salirvi sopra con quelli che lo seguivano. Gli assediati che già più volte avevano guasti o incenertti i graticci de'Romani, vedendoli cimentarsi di nuovo, avventavano dagli alti lor merli con le freccie, le pietre e il fuoco ogni sorta di contumelie, insuperbiti dalla fortezza del luogo. In tal modo i Romani e i Numidi aspramente pugnando, quelli per la gloria e l'imperio, questi per la libertà e la vita, ai repente gli assaliti si sentono il nemico alle spaile. A vederlo e fuggire stati erano primi alcune donne e ragazzi; da poi quanti altri si trovavano più dappresso il muro onde il Ligure era entrato, armati o no che si fossero, tutti egualmente fuggirono. Tanto più il Ligure allora a inseguirli, romperli, calpestarli, feriti o morti lasciandoli addietro, di gloria soltanto, non di preda avido; e di là corse verso la parte assalita da Mario per cogliere da tergo i difensori. E ottenne piena vittoria. Così l'inespugnabile castello fu preso, Mario salvato dall'ignominia (*); e nondimeno l'invidia o la trascuranza romana involò ai posteri il nome del benemerito confederato.
Le coorti liguri s1 illustrarono ancora contro i Teutoni, Cimbri, Ambroni, nazioni settentriona-
(I) Fior., rer. Rom., Ili, I. Sallust, debello Jugurt., XCII, conforme all'ottimo volgarizzamento di Vittorio Alfieri.
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