La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
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74 K LIBRO PRIMOli, cacciate al mezzogiorno dalla fame, dalla cupidigia o da altri Barbari. Avevano costoro rotto tre eserciti, trucidati più consoli, occupata la Gallia Narbonese, e minacciavano di soggiogare l'Italia (I). (3883) C. Mario, vincitordi Giugurta, loro s'oppose, ma prima d'impegnarsi in una battaglia volle i suoi rincorare dalle passate disgrazie. Seguitò a questo fine di distanza in distanza iBarbari: nell'antiguardo collocò le coorti liguri; e se non impedì i progressi nimici, li ritardò almeno. Giunti all'Acque Sestie gli Ambro-ni fanno alto. Mario prende a rimpetto un posto fortissimo per gli alloggiamenti, ma povero d'acqua, giudicando che la scarsità di qualche tempo farebbe sospirare a'suoi soldati la zuffa. I saccomanni intanto non avendo essi, nè le bestie loro da bere, s'armano segretamente di accétte, e nell'ora più calda del giorno con botti e brocche muovono a un fiumicello non lungi dal campo nimico. Quivi parecchi Ambroni che stavano bagnandosi nell'acqua, sono uccisi da'saccomanni. Accorrono altri al romore e cominciano ad azzuffarsi. I soldati di Mario veggendo i servi loro in pericolo, vogliono andare a soccorrerli: Mario dà il segno della battaglia. La maggior parte dei Barbari, finito il desinare nel campo, corre a pi-
fliar l'armi e a riunirsi co'compagni. Ma non an-avano però in disordine nè a furia, nè mettevano grida incerte; anzi, battendo Tarme a tempo con una certa misura e camminando tutti insieme, gridavano: Ambroni, Ambroni, o per animar sè
(I) Plutarcb., Vit. C. Marii
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