La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO TERZO 81 /
ne trattano così minutamente che gioverà serbarla a una separata annotazione (*). Limitiamoci qui dunque a'paesi che prosperarono maggiormente. Appare da Strabone e da Tacito che Yen-timiglia divenne una delle grandi città italiche. Di Albenga lo provano tante latine iscrizioni e tante memorie ai opulenza e dignità. Un dubbio proposto dall'antico giureconsulto Scevola (2) dà a divedere che lavoravansi a Tabia, or Taggia, covertine, mantellette e grembiuli molto stimati in Roma. Il nome di Polupece, sia oggi Loano o Finale, è tolto dalla quantità di lane colà scardassate fino da'tempi che vi approdarono i Fo-cesi. Vado fiorì non solo per navigazione, ma per fornaci di calcina e di mattoni che vi durano ancora. Di Genova qui appresso diremo. Nella Li-
rria orientale, quantunque non sia chi descriva prosperità de' figulii, pure gravissimi indizii s'accordano a provarla; in prima la lontananza de'Cartaginesi e l'amicizia non interrotta mai coi Romani; appresso la via Emilia la quale passava, tanto al monte che al mare, nel lor territorio e sopratutto lo spaccio grandissimo delle ardesie o lavagne utili all' arte del disegno, a' pilastri degli edifizi, al riparo dell'umidità e principalmente alla copertura de'tetti, secondo un costante e generale costume fra F Appennino ligure
(1) V. Annot. VI.
(2) L. 38. Digest, de auro et argento legato.
Havvi una erudita lezione del chiaris. professore Ardiz» zoni su quest'argomento dietro all'autorità di Cujacio, Bris-sonio e Golhofredo. Bello era udirla dalla sua viva voce, infiammata dal zelo del natio loco.
Sbbba ,T.I. 6
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