La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO TERZO / 83
casi era una città ragguardevole ne1 bassi tempi; ma fu per suo danno.
I Genovesi ancora si diedero a una coltivazione più diligente, e per migliorare il loro vino usarono quest'arte. Seccavano l'uve al sole sopra fasci di giunchi, riponevanle poi in vasi turati con gesso. Spruzzavano eziandio di pece i mosti (I), quando bollon da prima, il che dura nove dì; altri adoperavano il fior crudo della ragia. Un'altra industria essi avevano che oggi hanno smarrita, quella di fondere e lavorare l'argillaSer farne stoviglie e altri vasi di varie specie e imensioni, con sigilli, colori e figure molto eleganti; manifattura stimata assai dagli antichi, come al presente quelle di cristallo e di porcellana. Nessuno infino ad ora lo avvertì; ma n'è indizio sicuro la prima slazion militare a ponente di Genova, la quale secondo l'itinerario della via Emilia era posta ad Figlinas. Figline si chiamavano in latino le fabbriche de'vasellai; e ovunque tal nome s'incontra, certo è che finissima argilla vi si ritrovava e lavoravasi in tal foggia (2). Ora il bel luogo ne porta il nome consimile di Feggino.
Poche notizie ci dà la storia intorno allo stato politico di Genova dopo la sua riedificazione, perchè le storie poco ci dicono delle città che viver amano in pace. Ma nell'anno i5o6 fu scavata in vai di Polcévera un'insigne tavola di bronzo, monumento antichissimo, nella sua specie, fra
(T; Plinii, XV, 17. Con pece o catrame si governano anche oggidì i vini della Morea, di Cipri e di Malega. (2) Tavola alimentaria 36.
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