La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO TERZO / 85
una zecca che stampō danari d'oro chiamati Ge-nuari (I) correnti molto nelle due Gallie e in Grecia. Forse ancora ne vennero diverse monete d'argento novellamente scoperte in Val di Seri-via, raffiguranti prore di navi, solite aimprimersi nelle romane monete, e ben confacenti a una zecca posta sul mareGenova non ha cosa di maggior momento che il suo porto, onde i Romani tenevano grandissimo conto di quello, non solo per cagioni di traffico, ma per militari, potendo quindi girare alle spalle degli assalitori settentrionali d'Italia, e quivi far centro per allargarsi nelle regioni occidentali fino all'oceano. I fatti surriferiti di Publio Scipione nelle guerre di Annibale e di Minuzio Rufo m quella de' Transappennini provano ciō molto bene; e confermalo il prodigio accaduto al consolo Caio Ostilio Mancino nell'anno 617 di Roma. Scelto costui a proseguire la guerra contro il generoso popolo di Numanzia in Ispagna, volle inoltrarsi per terra fino a Monaco (3). Ma nel punto medesimo che montava lā in nave, udir gli parve dall'alto una voce: Fermati, o Mancino! Or come i Romani confondevano spesso la superstizione con la religione, cosė il consolo dič addietro: e avvisando non piacere agli Iddii ch'ei
(1) Cicer.,VI, I. Ad Atticam. Venet. apud Aldum,tom. VII, p. 149.
(2) Siam debitori di questa notizia alla erudizione e cortesia ael sig. intendente Francesco Lencisa.
(3) Valer. Max., lib. I, de prodig. Il porto di Monaco che oggi riceve soltanto i legni minori, era allora capace delle romane triremi e chiainavasi Portus Herculės Monaci.
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