La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
108 LIBRO SECONDOLaonde cedè al senato la cura delle provìncia più propinque all'Italia; usò con quelli che gli erano stati uguali, come se tali fossero ancora, e simulò spesse fiate di voler discendere dal suo grado, come se il peso superasse i vantaggi. Fu inoltre indefesso nel procurare l'interna quiete, sapendo che i più degli uomini rinunziano volontieri per quella alla lor libertà. E siccome a* Romani infievoliti dal lusso pesavano le leve, così providde al cieco lor desiderio e alla momentanea sua sicurezza reclutando le romane legioni di provinciali e d'alleati (1). Finalmente acciò le buone azioni di lui avessero nome per tutto il mondo, e le cattive scusa, compartì grandissimi benefizi ai letterati, fra' quali basterà nominare Virgilio, Orazio e Tito Livio. L'età di quest' immortali scrittori fu l'aureo secolo delle lettere latine.
Augusto fece molte guerre esterne, ma con tal moderazione che, sebbene da due volte in fuori gli andassero tutte felicemente, egli mostrava di cominciarle sempre con ripugnanza e di terminarle con piacere. Quella che più molestia gli diede e insiem più onori (2), fu la sommossa delle nazioni Alpigiane, come se vacillasse la corona stessa, e l'antemurale d'Italia contro i Galli, gli Allobrogi, gli Elvetici e i Germani. Ciascuna nazione aveva di per sè poche forze, ma tra gli abitanti delle Alpi Marittime, i soli Liguri che si movessero allora, tra gli Euganei, i Reti, i Yin-
(1) Herodìan., liist., lib. II, 507. Francofurti, MDXC.
(2) Plio.,lib. Ili, 35. Strab., lib. IV. Val. Max., lib. V, 5 Aramian. Marcel., lib. XV, IO. Vedi annot. I.
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