La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO SECONDO li 7
deliei e i Taurisci, si contavano quarantaquattrof>opoli in sull'armi. Direbbesi che veggendo la ibertà di Roma violata, e'volessero rivendicar quella de'loro antenati. Pur come pugnassero, come fossero vinti, s'ignora del pari. Augusto si trasferì a Ticino per regolare da presso le operazioni della guerra; Tiberio suo figliastro la fece in persona. Celebrarono la vittoria de' Romani due gran monumenti. L'uno si vede ancora intero a Susa, ed è un arco trionfale da Cozio re di alcune balze vicine dedicato ad Augusto che donato gli aveva una parte de'vinti Taurisci, in premio della sua neutralità. Dell'altro non restano più che sparsi rottami alla Torbia, luogo eminente fra Monaco e Nizza. Era in sulla vetta a'naviganti visibile un trofeo coli'immagine colossale di Augusto scolpita nel macigno, e con una fastosa iscrizione significante per la condotta e gli auspici di lui essere state vinte e sotto l'imperio riposte del popolo romano tutte le nazioni Alpine, quante dal mar superiore d'Italia si estendono all'inferiore. D'onde apparisce che dall'an-tieo grado di confederate esse passarono alla condizione di suddite. Oltre a ciò tre colonie romane si aggiunsero a quelle che cingevano già la Liguria, l'una dedotta a Turino, l'altra al Castel de'Vagienni, la terza formata per più sicurezza di soldati Pretoriani in.Aosta, tutte all'imboccatura dell'Alpi. Finalmente la via Emilia fu restaurata, slargata e prolungata in più tempi dal golfo di Vado fino all'ultimo lido della Spagna, giusta l'ampiezza dell'imperio romano. Quindi si nominò con insolito onore via consolare e
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