La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
116 LIBRO SECONDOavutane la promessa del donativo, lieti giurarono
a lui fedeltà.
Nerone mostrò da principio un animo buono. Fece molti ordini come piacquero a'Padri, ridonò a'popoli dell'Alpi Marittime i tolti privilegi, l'Alpi Cozie ridusse in provincia, perch era mancata la stirpe reale, chiuse il tempio di Giano, fu liberale, affabile, pietoso. Or come un principe che dava tante speranze diventasse subito un mostro, è ancora un arcano. Roma fu incendiata d'ordine suo; furono uccisi Britannico suo fratel di adozione, Agrippina sua madre, Seneca il precettore della sua adolescenza, Burro il consigliere de'primi e virtuosi suoi atti, Ottavia sua moglie, Poppea concubina, un numero grande di cittadini. Il senato intanto per ogni morte decretava ringraziamenti agli Dei.
Ma Giulio Vindice e Sergio Galba capitani delle legioni di Gallia e di Spagna si protestarono apertamente di voler liberare la patria. Sparsesi per Roma il minaccioso proclama, sbigottì Nerone, e a' senatori diede animo di decretare con frase antica ch'egli era nimico della repubblica. Abbandonato da tutti, fuggì di città, si rimpiattò in una villa vicina, fu inseguito, e disperando di vivere s'ammazzò da sè stesso dopò un pianger dirotto. Vindice mori nel medesimo tempo in una zuffa con le legioni di Germania a Nerone fedeli. Tanto che Galba si fece acclamare Augusto e imperatore de? suoi, primo e pessimo esempio che tal dignità potesse aversi fuori di Roma. Quivi egli fu accolto diversamente. Piacevano a'Padri e a chi la pàssata corte non avevaby
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