La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO SECONDO -119
imperador di palagio, e con mani legate e stracciata veste il rotolarono alle Gemonie. Morto costui , mancò piuttosto la guerra che non cominciasse la pace, tanto i capi trionfanti opprimevano ciascuno. Già tutti sospiravano Vespasiano, ma egli non venne che a rilente in Roma; tenendo a mal augurio, così era superstizioso, eh' ella avesse mutato in diciotto mesi cinque volte principe. Dieci anni, ei governò la repubblica, e quantunque i cortigiani lo .provassero troppo condiscendente, i popoli troppo aspro e rapace, tanti erano stati i vizii de'suoi antecessori che avendone meno, fu tenuto per buono. Non ebbe tutta-volta ribrezzo di far morire, perche liberamente parlava, Elvidio Prisco, fra senatori chiarissimo. Costui dedicò i primi anni a filosofìa, non come i più per vivere ozioso con nome onorato, ma per governar la repubblica con senno e fortezza. Credeva esser beni le cose oneste, mali le brutte; potenza, nobiltà e ciò eh'è fuori dell'animo nostro, nè beni, nè mali. Senatore, cittadino, amico, difensore, non mancò mai di zelo ; mancò talvolta di prudenza.
Basti l'uccisione di lui a rendere infame la memoria di Vespasiano, quanto è cara a ciascuno quella di Tito, il primo imperadore romano che potesse intitolarsi virtuoso. Egli aveva in vita del padre fatto guerra in Giudea, espugnata Gerusalemme, arso il gran tempio e gli abitatori dispersi, come ancor sono, per tutto il mondo. Bucinavansi inoltre alcuni atti privati di crudeltà e sregolatezza. Ma come fu imperadore, ammirabile metamorfosi! divenne di saviezza e bontà un
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