La storia della antica Liguria di Girolamo Serra

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      120 LIBRO SECONDOesempio. A lui sembrava uffizio proprio del prin* eipe l'affaticarsi a render tutti felici; e avvisandosi una volta a cena di non aver beneficato in quel giorno nessuno, disse con un sospiro; «Io ho perduto un giorno!» Convinti due nobili di eon-spirazione, si contentò di riprenderli, e mandò avviso alla madre inferma del più colpevole che la grazia era fatta.
      A Domiziano, suo fratello minore, il cui livore e le trame ben conosceva, mai non ne diede alcun pubblico segno; ma spesse fiate in segreto lo scongiurava ad aver seeo il medesimo animo ch'egli aveva con lui. I cuor gentili si moderano più facilmente nell'odio che nell'amore. Ma Tito vinse ancor questa pruova, allontanando da sè una donna adorata, la bella Berenice regina dt Galcide, perchè le nozze di un Romano con una regina dispiacevano al popolo. Vivendo adunque più per altrui che per sè stesso, era a ragion chiamato amore e delizia del mondo. Intervennero nondimeno al suo tempo diverse calamità, una fiera pestilenza, un incendio che durò tre dì e tre notti, e quella celebre eruzion del Vesuvio che uccise il vecchio Plinio e copri Ercolano e Pompeja dissotterrati a'di nostri. Egli usò in tanti flagelli una munificenza da imjperadore, e fu tenero ancora e affettuoso con tutti qual padre verso i figliuoli. E siccome gli antichi espiare credevano con opere grandi le grandi avversità, così die compimento al colossale anfiteatro incominciato da Vespasiano. Alla dedicazione del quale ai unirono tutti i generi di spettacoli e ottantamila spettatori. Dicesi che alla fine de'giuochiby


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La storia della antica Liguria e Genova
Tomo Primo
di Girolamo Serra
Tipografia Elvetica
1835 pagine 479

   

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