La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO SECONDO 129
in Roma. Ma volle fortuna che Lucio Vero non s' ingerisse nell' interna amministrazione della repubblica, avido di guerre lontane e più di bagordi che gli fruttarono un'apoplessia. Marc'Aurelio all'incontro scriveva un libro di pura morale (I), e ne osservava i precetti nel reggere l'imperio. Occorsero come al tempo di Tito inondazioni di fiumi, rovine di città, epidemie di nuovo carattere. (2), e fin ribellioni. A tutte egli oppose un animo saldo e l'uso tranquillo de'migliori compensi; nelle quali cose consiste pratica filosofia. I nemici esteriori si combinarono ancora a cimentarla. I Parti, occupata l'Armenia, minacciarono la Siria; i Marcomanni co'popoli barbari di là dal Danubio stuzzicarono la nuova provincia de'Daci; i Germani abitanti oltre il Reno entrarono dall'Alpi Retiche in Italia, e gli eserciti romani, benché vittoriosi, tanta strage sostennero per ferro, peste, carestia e fatiche che alle Puniche guerre fu comparata. Ma non è male che un principe buono riparare non possa; sicché il periodo di quarantatrè anni, quanti ne corsero dall'avvenimento di Antonino alla morte del suo figliuolo adottivo, fu del romano imperio e forse del mondo il tempo più lungamente felice; mirabile effetto di due adozioni 1
Marc'Aurelio non le imitò, perchè aveva un figliuolo per nome Commodo; e lui beato se non
(1) M. Aurei. Antonia, de rebus suis, lib. XII. Se ne ha una magnifica edizione.
(2) Secondo Scudery, de variai. morbis. Neap. 1789, il vajaolo la prima volta scopertosi all'assedio di Siracusa per li Cartaginesi, ricomparve allora.
Serba, T. L 9
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