La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
134 LIBRO SECONDOdi chi gì'impediva da rapire l'altrui. Non eran dunque passati ottant'otto giorni dalla sua elezione, quando dugento de'piìi facinorosi con passo militare, spada nuda, grida atroci, di pien meriggio entrarono in palagio. Fuggono i domestici disarmati e sorpresi. Pertinace, ricusando nascondersi o fuggire, e probabilmente indarno, muove contro a'sediziosi, gli ammonisce, gli sgrida con ferma voce, e colpito da un pretoriano nativo di Tongres, cade come cadono i veri eroi, senza debolezza nè furore.
Morì il 28 di marzo dell'anno ig3 ed era nato il primo di agosto del 126. 11 pianto di Roma e delle provincie alla notizia del suo caso fu incomparabile. Ne abbiamo la viva espressione in un marmo d'Albenga; e sembra veramente uscita dal cuore de'popoli. « Finché Pertinace era vivo noi stavamo sicuri; non temevamo persona. Salve, o padre pio, o padre della patria, o dolce amico' di tutti gli uomini da benel » (0
Ma l'arroganza militare ride del pianto. I pretoriani incantarono e Didio Giuliano, dottor milanese, comprò la repubblica. Mentr'egli sacrificava in senato si osservarono a chiaro giorno tre stelle, interpretate per tre capitani pronti a rescinder col ferro l'indegno mercato. E già sape-vansi acclamati dalle legioni Pescennio Nigro in Siria, Clodio Albino in Rritannia e Settimio Severo, originario d'Affrica, in Pannonia. Severo fa il più pronto. Le sue legioni avendo percorse settecento miglia in cinquantatrè giorni, lo insi-
(I) Annot. II.
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