La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
144 LIBRO SECONDOsero a farsi liberi da'tiranni; laonde promulgò un editto ingiungente a'senatori di astenersi dalla milizia. Senza lagnarsi e senza arrossire l'ossequioso senato ricadde nel pristino sonno, contento a esser privo dell'arme, purché meglio e più lungamente godesse le sue ville deliziose e i suoi teatri. La plebe imitò il senato.
Mentre queste cose succedevano in Italia, Va-leriano difendeva a gran fatica l'ultima Europa. Imperciocché i Goti dalla Dacia respinti, occuparono la bella penisola che gli antichi chiamavano Tauride e noi Crimea; poscia su larghi e piani navili infestarono le coste meridionali del mar Nero; indi a poco superarono il Bosforo Tracio, e misero a sacco le ricche città della Bitinia. Varcati alla fine la Propontide e l'Ellesponto, barbara mano violò per la prima volta i monumenti del greco valore. A tanti successi Valeriano oppose una politica di momentanea utilità, con prendere a soldo gli Eruli già uniti co'Goti, e al capo loro concedere, cosa inaudita, la dignità consolare. Diminuiti di numero e carichi di preda i Goti fecero ritorno al mar Nero. Ma rimosso appena un pericolo, eccone altro di gran lunga maggiore. Avevano sempre veduto i Persiani con isdegno signoreggiare i Parti, ignobile popolo dell'antica lor monarchia. Crebbe il mal talento allora che i principi Arsacidi, vacillanti sul trono perchè disuniti, cominciarono a incrudelire per ogni minuto sospetto; e quanto più crudeli, tanto più deboli. Or dalle ultime file della cavalleria persiana era salito a'primi gradi della milizia Ar-dscir-Sassan, chiamato dagli stranieri Artaserse.
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