La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
148 LIBRO SECONDOtagliarono a pezzi cinquantamila nemici. Non terminò tuttavolta la guerra se non dopo altre battaglie sfavorevoli a'Goti; l'avanzo de'quali, essendo anche distrutta l'armata marittima, salì il monte Emo, dove resistè alle nevi di tutto un inverno, alla penuria di tutte le cose, e ~alla pestilenza, che appiccatasi pure nel campo romano, tolse l'imperatore di vita. Aureliano di nascila contadino, soldato comune nella prima gioventù, fu eletto imperatore dalle legioni. (270) Egli vinse non solo que' Goti a'quali la morte di Claudio aveva agevolata la fuga dall'Emo, ma di molli altri ancora, che per la cagione medesima levavano nuove fiamme. E loro permise di ritirarsi in Ucrania, purché lasciassero agli stipendii duemila cavalli, e per istatichi i figli e le figlie dei capitani: parte de'quali istruì nell'arte militare incorporandoli nelle sue guardie; e l'altra metà più gentile locò in matrimonio a'suoi confidenti.
Eseguite appena queste condizioni di pace, Aureliano corse in Italia, ov' erano entrati dalf Alpi elvetiche quarantamila cavalli col doppio di pedoni alemanni. La prima giornata vicino a Piacenza fu vinta da quelli a tarda notte. Sperarono allora di saccheggiare la metropoli dell'Imperio; se non che ricomparso Aureliano nella pianura di Fano già micidiale a un fratello di Annibale, ebbero da capo a combattere, e furono sconfitti, poi sopragiunti nella ritirata e in una terza battaglia distrutti affatto. Superati i nimici esteriori, r imperadore si volse contro a chiunque riteneva una parte della repubblica; e gli usurpatori incatenati menò dietro a un carro trionfale al Cam-
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