La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
154 LIBRO SECONDOUcciso fu in battaglia Carino secondogenito di Caro; ma egli aveva tanti vizii che a niuno ne increbbe. La dignità imperiale passò a Diocleziano; il quale fattosi trarre innanzi il suocero disumano, gli conficcò nel petto la spada, giudice insieme ed esecutore. Diocleziano ch'era salito sì alto da un piccol borgo d'illiria e da'liberti di un senatore, (281) non che seguitasse i suoi paesani nell'amore degli ordini antichi, mosso da pigrizia o da vanità, creò per nuovo governo una specie d'idra a più teste. Ciò fu nominare un altro imperadore illirico e contadino ancor esso; tórre ambedue un collega con titolo di Cesare, e nelle guerre non meno che nelle cose civili dividersi in quattro parti la repubblica si fattamente, che ne'casi o dubbii o gravi, ciascuno de' Cesari dovesse piegarsi all'autorità del suo imperadore, e a tutti soprastare il più vecchio. A Roma si levarono i pezzi di questa costituzione, contraria a tutte le idee dell'antichità; ma i principi si ven-dicaron con voltarle le spalle. Sicché Diocleziano pose la sede a Nicomeaia nella Bitinia, Massimiano Erculio a Milano, il Cesare Gallerio alle rive del Danubio, e Costanzo Cloro nelle Gallie.
Yent'anni di unione fra i principi, e di vitto? rie su i barbari contennero, ma non consolarono Roma. (3oi) Più gradito spettacolo riuscì la rinunzia di Diocleziano e di Erculio, quantunque Costanzo e Galerio succedessero al grado d'impe-radori, e a quello di Cesari Massimiano il giovine e Severo. Costanzo natio della Mesia ebbe le Gallie, la Brettagna e la Spagna; il rimanente Gale-rio, le cui violenze incitarono gli abitanti di Roma
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