La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO QUARTO 177
quanto gli piacque l'esercito; comandò a tutte le fabbriche imperiali di lavorare per esso, e tolta la maschera quando fu provveduto di lutto, in cambio del vilipeso titolo di consolo assunse fastosamente quello di re de'Visigoti.
Le bilancie del Barbaro librarono allora i due Imperi ; e conosciuto l'Occidentale più debole, corse la Pannonia, superò l'Alpi Giulie, il Ta-gliamento, la Piave, 1 Adige, l'Adda. A Milano intanto il timido Onorio barcollava fra consiglieri infingardi, e Stilicone che non era stato creduto. Questi andò nelle Gallie per ricondurre i presi-dii in Italia; e mentr'ei tornava, i cortigiani dell'imperadore già tratto l'avevano fuor di Milano; i Visigoti inseguito e chiusolo in Asti fra il Tà-naro e il Po. A tali avvisi Stilicone accelerò il passo, e sopragiunti i nemici a Pollenzo, interamente li ruppe. La sposa di Alarico con migliaja di Barbari rimase prigione. Onorio coi confusi ministri abbracciarono il liberatore, e Claudiano, poeta maraviglioso nella decadenza di ogni arte buona, celebrò il trionfo. Alarico niente sbattuto, tentò con rapide mosse di sorprendere Roma, appresso di ripiegarsi nel Veronese, ma fu alla fine costretto a risalire l'Alpi. In questo mezzo le ultime leve avevano scoperte le frontiere dell' Im<-
Ferio; i Svevi, gli Alani, i Vandali fuggendo dal*-impeto degli unni le inondavano, e Italia appena lìbera da una generazione di Barbari, era minacciata da un'altra ancor più feroce. Stilicone deliberò aspettare questi nuovi nimici in Toscana, e là presso i bei colli di Fiesole, gli strinse e circonva llolli in guisa che, dopo inutili prove, Serba, T. I. 12
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