La storia della antica Liguria di Girolamo Serra

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      CAPO SESTO 195
      gure Appennino, ove i Borgognoni non avevano avuto tempo o ardir d'innoltrarsi. L'angustia dei passi e il coraggio degli abitanti nulla giovarono. Genova sostenne un orribile sacco ^44 anni dopo quello de' Cartaginesi; e gli edifizi rifatti dalle romane legioni, gloriose e dolci memorie, ritornarono al nulla. Non fu lenta la pena de'distruttori. Nera dissenteria, effetto d'insalubri bevande, li costrinse a uscir d'Italia, e un albero rotto alla caccia d'un toro jjgroce accoppò Teodoberto. Genova e Milano ripararono in breve tempo i danni ricevuti. A Ravenna intanto la disperazione e la fame aprirono le porte a Belisario, il quale procacciò un trattamento umano a'vinti. 11 maggior numero fu menato a lavorare in Calabria, iSiù. gentili entrarono nelle guardie dell' impera-ore, e il re de'Goti diventò patrizio di Costantinopoli.
      Il rimanente di quella nazione si era accanir pato fra Verona e Pavia, ove fece re lldovaldo, e dopo la morte di quello il giovine Totila : il quale prevalendosi del richiamo di Belisario in Oriente, ricuperò la Toscana e ridusse i Greci quasi che all'ultimo delle loro conquiste. Mostrò allora l'invidia, peste d'ogni governo, di mitigarsi, rimandando Belisario in Italia (t), ma conaltera col. 327. Il Muratori, Ioni. III, e il Gibbon tom. VII, c, XLI l'hanno seguito.
      (I) Quando Totila seppe che Belisario era approdato a Pòla in Istria, desideroso di conoscere le forze di lui e d'impegnarlo in una spedizione lontana , gli fece recare una finta lettera di Bono. Belisario mostrò di accogliere il messo graziosamente, e di voler andare con tutte le forze in soccorso di Genova. Ma non si lasciò ingannare, e incamminossi alla rolla di Roma. Procop., lib. III, IO.
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La storia della antica Liguria e Genova
Tomo Primo
di Girolamo Serra
Tipografia Elvetica
1835 pagine 479

   

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