La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
196 LIBRO SECONDOajuti sì deboli, che Roma fu espugnata sopra i suoi occhi, uccisi o dispersi tutti gli abitatori; e sì rimase per quaranta giorni un'immensa e tetra solitudine.
Come prima Totila s'allontanò, Belisario vi accorse, richiamò il popolo disperso, e nuovo assedio sostenne colle mura ancora distrutte, con pochi soldati e con un popolo sbigottito. NonSo tè tuttavolta ottenere nuovi ajuti; ma sì tosto omandò un successore che l'ebbe, e fu con maraviglia de'forestieri un eunuco, a cui Giustiniano concedè i rinforzi a Belisario negati. (54») Crebbe viepiù l'ammirazione, quando Narsete, così no-minavasi il novello capitano, appena il pie posto in Italia, cercò battaglia con Totila, lo ruppe e ammazzò. Teja avendo raccolto l'ultimo avanzo de'Goti, chiese nuovamente gli ajuti de'Franchi in nome de'recenti accordi e dell'interesse comune; poiché i Greci coli'intitolarsi romani pretendevano che niente fosse d'altrui, e che potessero con giuste e legittime armi ritogliere quanto la romana repubblica aveva o per forza perduto o per viltà abbandonato. Ma le domande non meno che le ragioni di Teja fur vane; tanto che deliberò di tentare l'ultima posta presso a No-cera; innanzi a tutti appiccò la zuffa, ebbe l'arme infrante da dodici dardi, e in quel punto medesimo che dava di piglio a un altro scudo, fu cólto nel fianco disarmato; e il regno e il nome degli Ostrogoti perirono con lui.
(553) Belisario intanto viveva dimentico in Costantinopoli. Ma gli occhi dell' imperadore si volsero a lui nuovamente, quando i Bulgari, popoliby
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