La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
200 LIBRO SECONDOfece nondimeno grandi progressi e incalcolabili mali. Molti imperadori, molti pastori della Chiesa ne furono intinti. L'Italia, Centro della religione, non ne andò esente; e"Autari ordinò che ogni Longobardo si battezzasse nell'ariana credenza. Egli morì nel fior degli anni. A Teodolinda sua vedova consentirono i Longobardi, quantunque fosse cattolica, lo scettro e la scelta delle seconde nozze. Ella preferì Agilulfo duca di Turino, al quale venne tatto di stringer pace coTranchi che, ben quattro volte prezzolati da'Greci, avevano assalito il suo antecessore; ma non gli riuscì di raffrenare gli antichi competitori alla corona. (626) L'odio de'pad ri passò a'figliuoli; tanto che il fanciullo Adalvaldo, appena uscito dalla materna tutela, fu tratto di senno con un veleno e deposto.
Ariovaido suo successore non solamente coltivò la pace co'greci Esarchi, ma di loro si valse per opprimere un duca suo nimico. Celebraronsi molto in quel tempo l'accusa data dal potente Adalulfo alla regina Gundeberga d'aver mancato di fede al marito, il torrion d'Amelio ov'essa penò tre anni, e il duello conceduto al campione di lei (*) contro l'accusatore che rimase estinto. Innocenza e vittoria sembravano allora inseparabili. Pertanto Ariovaido ricevè la difesa consorte nella sua grazia; e dopo la morte di quello i comizi del re-
fno fecero a lei lo stesso onore che alla saviaeodolinda. (638) Rotari duca di Brescia ottenne
(I) Alcuni chiamano il campione Pitto, altri Garello, cognomi oggidì genovesi. Sigon. L. II.
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