La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO SETTIMO 211
centi pupilli non era una giusta cagione per ispo-gliare Desiderio del regno; e in Francia medesima molti dubitavano, nonostante il rescritto papale che la casa di Eristelo non fosse usurpatrice. Se così la pensavano i diversi suoi sudditi durante il suo regno, che avverrebbe egli mai alla sua morte, quando la monarchia si dividerebbe fra tutti i suoi figli, secondo che la legge gallica de*Francesi disponeva?
Questi pensieri suggerirono a Carlo il disegno di farsi imperadore. Veniva con ciò a deporre una maschera odiosa; si presentava qual successore de'Cesari antichi; legittimava a un tempo gli acquisti già fatti e prendeva un pretesto ai maggiori. Una donna regnava in Oriente uccidi-trice del proprio figliuolo, mal ferma sul trono e incapace di contrastargli un titolo, ch'essa non meritava. Nessun potentato dell'Occidente poteva gareggiare con lui, e gli abitanti di Roma, ai f^uali pareva che il far rivivere un titolo romano s appartenesse, sospiravano di rivedere dopo tanti anni e tanti un novello Augusto. Vero è che mancava a comprovar l'elezione il senato, abolito dalla gelosia de'Greci. Ma fioriva invece di quell'ordine insigne l'autorità de'papi, la quale non che rappresentare gli antichi elettori, comunicar poteva all'eletto qualche cosa di venerabile e sacro appo tutti i cristiani. Adriano era uscito di vita mentre Carlo maturava un tal disegno. Ma Leone III con cui ne trattò, non gli fu men favorevole per cancellare ogni orma di dipendenza verso i Greci, acquistare il privilegio di coronare gì'imperadori d'Occidente, e repri-
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